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Indagini senza sosta sulla legionella nel Bresciano

Continuano serrate le indagini sanitarie per risalire alla causa della vastissima epidemia di polmonite scoppiata 13 giorni fa tra bassa Bresciana orientale e alto Mantovano. Ed è in continuo aumento il numero di campioni prelevati nelle abitazioni dei pazienti (nelle ultime 24 ore il numero di analisi è passato da 102 a 155) ma anche sulle torri di raffreddamento delle aziende del territorio (da 65 a 77 nelle ultime 24 ore).

L’Istituto Superiore di Sanità, che sta seguendo lo svolgersi dell’epidemia in stretto contatto con le autorità sanitarie locali, in un report pubblicato sul suo portale web comunica che «la ricerca del batterio Legionella pneumophila si sta ora concentrando sulle torri di raffreddamento degli insediamenti industriali della zona». Lo stesso Istituto ricorda che sono ancora in corso gli approfondimenti per escludere «una eventuale esposizione comune» dei pazienti «quale la frequentazione di ambienti, sia lavorativi che di svago o attività commerciali, partecipazioni ad eventi pubblici o altro». Sembra perdere vigore, anche se resta aperta, l’ipotesi che all’origine del contagio ci possa essere l’acqua infetta del fiume Chiese, dove il batterio potrebbe essersi sviluppato in pozze presenti lungo il greto e da qui essere finito negli impianti di irrigazione a pioggia (quindi vaporizzato e respirato) oppure nella prima falda dalla quale attingono i pozzi privati usati per irrigare orti e giardini. Uno scenario, quest’ultimo, che potrebbe essersi verificato a Calvisano (dove non c’è acquedotto e sono presenti circa 2mila pozzi privati) ma non a Carpenedolo, a Montichiari o ad Asola, che posseggono acquedotti gestiti e controllati. Infatti lo stesso Istituto Superiore di Sanità ricorda che «dopo aver controllato la rete di distribuzione dell’acqua potabile è stata esclusa la possibilità di possibili collegamenti tra i diversi Comuni coinvolti». Sotto la lente delle analisi non solo la Cartiera di Montichiari ma anche l’ acciaieria di Calvisano, la Gkn Wheels di Carpenedolo e molte altre aziende. E per appurare che all’origine dell’ondata di epidemia ci sia uno o più batteri della Legionella (che presenta 71 varianti) l’Istituto superiore di Sanità conferma che «tutti i casi di polmonite saranno testati per la legionella con più di un metodo diagnostico, poiché inizialmente tutti i casi risultavano negativi all’antigene urinario». Si effettueranno quindi broncoscopie o esami sull’espettorato, alla ricerca del batterio, che solitamente non colpisce persone sane, giovani o adulti: «I soggetti coinvolti sono principalmente maschi (circa il 70%), prevalentemente anziani o persone con condizioni di immunosoppressione, o con fattori di rischio (come l’abitudine al fumo)» spiegano dall’Iis. Ma va ricordato che le cause delle epidemie da legionella restano sconosciute in 6 casi su 10.

 

 

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