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“Il Talacimanno di Gandino”, urla di devozione

“Il Talacimanno di Gandino”, urla di devozione

Una storia di uomini, fede e devozione. “Il Talacimanno di Gandino” è il titolo del cortometraggio realizzato dal videomaker Paolo Colleoni che viene presentato sabato 29 aprile alle 20.45 presso il Cinema Teatro Loverini di Gandino. E’ dedicato alle tradizioni, uniche ed originali della Settimana Santa, che caratterizzano il borgo seriano.Nei giorni precedenti la Pasqua, infatti, alcuni volontari della comunità si sostituisconoalle campanedella monumentale Basilica di Santa Maria Assunta, che restano mute dopo l’Ultima Cena. Essi per duegiorni richiamano i fedeli dall’alto del campanile con l’uso della “tola”(tavola di legno con doppio battente)e con le urla del Talacimanno.Un termine quest’ultimo con cui Ludovico Ariosto ha definito i “muezzin d’occidente” nell’Orlando Furioso.Il noto poema cavalleresco, composto da 46 Canti scanditi in Ottave, fu pubblicato per la prima volta nel 1516 a Ferrara. Articola le vicende del protagonista (Orlando) sullo sfondo della guerra vittoriosadei cristiani contro i Saraceni. Nel canto decimottavo,alla settima Ottava, si legge infatti “…un muover d’arme, un correr di persone,e di talacimanni un gridar d’alto,e di tamburi un suon misto e di trombeil mondo assorda, e ’l ciel par ne ribombe”.Ecco allora l’idea per il titolo del documentario e, soprattutto, una storia che si perde nei secoli.“In tanti anni di attivitàgiornalistica -spiega Paolo Colleoni -ho spesso incontrato l’unicità e l’originalità di questa storia senza tempo. Non si tratta di una semplice tradizione, ma di un profondo sentimento che unisce le generazioni. Da qui l’idea di realizzare un documentario che possa raccontare, soprattutto per immagini, una storia di fede che è storia di uomini. Tutti coloro che nel cortometraggio raccontano gesti e modalità del fatidico richiamosono effettivamente coinvoltiin questa tradizione, con ruoli che spesso si tramandano nei secoli”. Principali protagonisti sono Fulvio Masinari, Celestino Caccia ed Emanuele Bertocchi, che da anni coordinano il proprio impegno per garantire la salvaguardia di questo rituale.Un cameo è riservato a mons. Gaetano Bonicelli, Arcivescovo emerito di Siena. Il documentario è ricco di dettagli storici, compresa una “tola” originalevecchia almeno di tre secoli. Essa, oggi affiancata da una artigianale costruita dallo stesso Emanuele Bertocchi,viene scossa con forza a cadenza di passo, soffermandosi ad ogni angolo del campanile. L’ultimo giro di annuncio, detto “butì”, viene fatto suonando a raganella, cioè con ritmo continuato. Il Talacimannogrida“Ave Maria”oppure“Pater”,“Funziù”e“Via Crucis”per preannunciare i momenti del giorno o le celebrazioni. L’idea delle urla, dall’alto dei 73 metri del campanile della Basilicadi Santa Maria Assunta, ricorda lo stile dei muezzin visti dai mercanti gandinesi di pannilana sui minareti d’Oriente. La serata di presentazionedi sabato 29 aprile (ingresso libero)sarà introdotta dalla riflessione “Il senso di un silenzio” proposta da don Ferruccio Garghentini, prevosto di Gandino.

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