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Funerale Cesare

Il grande pianto di Sale Marasino

Con una enorme forza di volontà, Andrea Ziboni, figlio di Gianni e Raffaella Zanotti, morta domenica 27 agosto nella tragedia avvenuta in Presanella, fratello di Cesare di soli 13 anni, morto lunedì pomeriggio all’Ospedale di Trento per le gravissime ferite riportate, ha dato personalmente l’ultimo saluto a mamma Raffaella e al fratellino Cesare.

Dopo la folla commossa al funerale di Luciano Bertagna di mercoledì 30 agosto, questo venerdì pomeriggio nella chiesa parrocchiale di S. Zenone gremita all’inverosimile, in una cerimonia religiosa alla quale nessuna componente della comunità parrocchiale e della società civile ha voluto mancare, Andrea ha voluto dare il suo saluto alla mamma e al fratellino: “Ciao Mamma, ciao Cesare”, ha esordito con un filo di voce, leggendo i pensieri che aveva trascritto su un foglio perché l’emozione non lo tradisse:”Tu mamma mi dicevi sempre che la Montagna insegna tutto. Io e papà cercheremo di seguire i tuoi insegnamenti che non dimenticheremo mai. E tu Cesare dall’alto delle tue montagne continua a seguirci con il tuo entusiasmo, il tuo sorriso”. Andrea, anch’egli ferito nella caduta dove ha perso la vita sua madre e poco dopo il fratellino, dove papà è rimasto gravemente ferito ed ora, dall’Ospedale Civile di Brescia, segue con attonito dolore il dramma della sua famiglia, ha fortemente voluto essere presente a questo ultimo saluto: pur ferito e zoppicante, ha voluto dire a quella parte della sua famiglia che se ne è andata tutto il suo amore. Attorniato dai nonni, dagli zii e cugini, da tanti amici, dai compagni di Scuola dell’Antonietti di Iseo, da tutti i ragazzi e insegnanti della Scuola Media di Sale Marasino, compagni del suo Cesare, ha voluto testimoniare la forza che la Montagna gli ha insegnato ad esprimere, nella gioia e nelle avversità. Un’insegnante della Scuola Media ha poi rivolto a Cesare un saluto speciale: “Non sei mai stato uno da sentieri facili: amavi le vette in ogni cosa e se non le ottenevi non eri soddisfatto. Hai cercato nella scuola e nella montagna sempre il punto più alto perché li trovavi bene. E adesso – ha concluso la sua insegnante – questa vetta è tua e solo tua e da lì tu godi un panorama che altrui non possono né vedere né gustare. Grazie Cesare per esser stato un ragazzo e studente modello”. Gli applausi non sono riusciti ad asciugare le lacrime, tante, sui volti di tutti coloro che hanno accompagnato all’ultima dimora Raffaella e Cesare, salutati da una nuvola di palloncini bianchi saliti veloci in altro, prima che la tramontana del Sebino li disperdesse ovunque nel cielo, quasi a sottolineare la grande libertà che mamma e figlio hanno conquistato assieme. Cesare ha lasciato un ultimo grande dono: il papà ha concesso che i suoi organi venissero donati ed ora aiuteranno altre persone a vivere. Intanto si continua a sperare per il recupero di altri due feriti, ancora ricoverati a Brescia e a Bolzano, seguiti con apprensione dalle famiglie e dagli amici, soprattutto del gruppo “Giura mucc” di cui anche la famiglia di Raffaella e Cesare faceva parte.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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