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I segreti del ghiacciaio

Da una carota di ghiaccio estratta nel 2021 nell’ambito del progetto ClimADA,  gli studiosi pensano di poter avere un notevole sviluppo nella conoscenza della storia della Valle Camonica  e per poter intervenire in tempo per porre rimedio a eventuali emergenze

Il ghiacciaio dell’Adamello conserva ancora la memoria  della Prima Guerra Mondiale e dei test nucleari del 1963: lo dimostrano le prime analisi condotte sulla carota di ghiaccio  estratta lo scorso anno con l’obiettivo di ricostruire l’evoluzione climatica degli ultimi secoli e l’impatto dell’uomo negli habitat di alta quota

All’Università Bicocca le attività di analisi condotte hanno portato a identificare a circa 66 metri di profondità un livello scuro, spesso una decina di centimetri, che potrebbe rappresentare il primo conflitto mondiale,. Vista l’importanza dell’evento, si sta procedendo a uno studio a risoluzione centimetrica dell’intervallo.

Nel ghiaccio, oltre a una notevole quantità di polveri, sono preservati resti di polline di piante che crescevano a valle del ghiacciaio, carboni, spore di funghi e alghe che vivevano sul ghiacciaio. Lo studio sta fornendo importanti indicazioni sull’evoluzione temporale del periodo e sulla possibile presenza umana e di animali sul ghiacciaio. Si stanno considerando anche i materiali che costituivano i proiettili e le armi che venivano usati dalle due controparti. E un nuovo progetto che si apre per comprendere ancora più a fondo come il cambiamento climatico abbia inciso sulle aree di alta montagna.

Il progetto, finanziato dalla Fondazione Cariplo, è frutto di un partenariato coordinato da Fondazione Lombardia per l’Ambiente e composto da Comunità Montana di Valle Camonica, Università di Milano-Bicocca, Politecnico di Milano e Università degli Studi di Brescia

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