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I Giovani studiano la Protezione Civile

Questa mattina nell’auditorium Ermanno Olmi di via Sora si è tenuta la prima lezione del Corso base di Protezione civile destinato a 49 ragazzi delle classi quinte del Liceo Falcone di Bergamo.
Il corso è tenuto dal personale del Servizio Protezione civile della Provincia in collaborazione con il CCV di Bergamo (Centro di coordinamento del volontariato di Protezione civile) e avrà la durata di 17 ore, delle quali 13 di teoria (dopo oggi i prossimi appuntamenti sono il 30 marzo e il 1° aprile) e 4 ore consistenti in una prova pratica che si svolgerà nella sede del liceo.
Il corso è a tutti gli effetti valido per la formazione dei volontari e consentirà ai ragazzi, se lo vorranno, di iscriversi a un’Organizzazione di Protezione civile del territorio; i giovani frequentanti hanno aderito volontariamente a seguito di un percorso introduttivo sulla Protezione civile che si è svolto a fine 2021 ed era rivolto a tutte le classi quinte del Falcone, circa 90 ragazzi.
I corsi sulla Protezione civile svolti nelle scuole hanno cominciato ad avere una discreta diffusione soprattutto dopo l’entrata in vigore della Legge 92 del 2019 che ha introdotto l’obbligo di inserire Educazione civica tra le materie scolastiche. Questa novità ha dato nuovo impulso ai Centri di promozione della Protezione civile (CPPC) della Lombardia, nati nel 2016 dalla collaborazione tra Regione e Ufficio scolastico regionale per agevolare il dialogo tra Protezione civile e mondo della scuola. A Bergamo l’istituto capofila è il Quarenghi di Bergamo, che vanta il maggior numero di corsi e attività svolte fino ad ora.
Molti dei giovani che hanno frequentato questi corsi si sono iscritti subito a organizzazioni di volontariato, altri lo hanno fatto in un secondo momento, ad esempio al termine degli studi universitari:un altro aspetto importante è che divengono essi stessi testimonial della Protezione civile con i coetanei, in famiglia o nel loro Comune: abbiamo avuto casi di figli che hanno convinto i genitori a diventare volontari. Questo ci fa ben sperare per il futuro e siamo ancora più convinti che la scuola sia il canale giusto dal quale partire”.

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