E’ andata deserta la gara del gruppo Fnm per portare sulla linea
ferroviaria, che collega la Vallecamonica a Iseo e alla città di
Brescia, le forniture di idrogeno per alimentare i nuovi convogli, in
attesa che vengano pronti i 3 impianti per produrlo in loco. La gara
dal valore stimato in oltre 1,2 milioni di euro aveva Iseo come luogo
di consegna.
La gara doveva assicurare il rifornimento necessario per far
funzionare i 6 treni ad idrogeno in arrivo, aspettando la
realizzazione dei tre centri di produzione, stoccaggio e distribuzione
dell’idrogeno localizzati a Brescia, Iseo ed Edolo. Due le ipotesi del
fallimento: nessuno si è presentato per un servizio di tappabuchi per
il trasporto dell’idrogeno con camion o treno, oppure si punta ad un
rialzo della base d’asta.
I serbatoi per lo stoccaggio dei tre centri di produzione sono
previsti , se tutto va bene, per il 2026. Dove verrebbe scaricato il
carburante ad Iseo? Con quali garanzie di sicurezza? Resta il fatto
che al momento i 6 treni già pronti,anche se arrivassero ad Iseo, non
potrebbero neppure fare le corse prova, perchè senza il carburante
necessario. Inoltre il Ministero dei trasporti non ha dato la
circolabilità dei treni sui 103 km della Brescia Edolo. Neppure i
responsabili d’esercizio di Ferrovie Nord e Trenord hanno rilasciato
(e firmato) i permessi per effettuare le prove ed i test previsti per
ogni treno. Certo è che l’idrogeno,quando e se arriverà per i
collaudi, non sarà trasportato dai carri merci, i cosiddetti
“bombolai”, visto che è scaduta la circolabilità della tratta per i
treni merci. Quindi il processo di “decarbonizzazione”, tanto
sbandierato, si comincerà con la distribuzione di idrogeno da
cisterne trasportate da camion. In quali condizioni di sicurezza?
Attualmente i nuovi convogli non potrebbero neppure sostare ad Iseo
per i test, perchè i binari di deposito non sono sufficienti,visto che
i treni sono lunghi 100 mt e le tettoie 75mt. Ora sulla linea i treni
sono limitati a Breno ( Edolo dista 24 km) perchè mancano 20
macchinisti per garantirne il collegamento ora effettuato con
autobus.Tutte le risorse economiche ed umane sono destinate ad un
progetto costoso e neppure sostenibile sotto il profilo ambientale.
L’idrogeno, infatti, si produrrebbe con la combustione del metano.
Infine il costoso progetto (350 milioni) è privo di obiettivi di
potenziamento dell’offerta di treni e di aumento dei passeggeri.
Dario Balotta
presidente legambiente basso Sebino