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AP2 1435

Gli studenti universitari di Milano sulle Orobie Un Lab al Curò, a 1915 metri d’altezza


Il Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie per l’Ambiente rappresenta l’evoluzione della Laurea in Scienze ambientali, pionieristicamente attivata nel 1992 e incorporata nell’Università di Milano-Bicocca fin dalla sua creazione. La finalità principale è la formazione di personale tecnico con competenze adeguate ad affrontare le problematiche ambientali. Attualmente il Corso di Laurea è a numero programmato, con un limite massimo di 125 matricole selezionate con test di ammissione. L’aspetto multidisciplinare è sempre stato ritenuto fondamentale nella progettazione e nella successiva evoluzione del corso, e molta enfasi è stata data alla trasversalità delle competenze. Fin dalla sua nascita, fra gli insegnamenti sono stati inseriti i Laboratori di integrazione, con lo scopo di dimostrare in modo esplicito l’interdipendenza delle varie discipline e i vantaggi dell’approccio multidisciplinare ai problemi ambientali.

Il Laboratorio di integrazione 1 si svolge nell’arco di più giorni e si propone di mostrare agli studenti che hanno appena completato il primo anno come le conoscenze acquisite siano tutte necessarie e immediatamente applicabili in uno studio ambientale. Da sempre il laboratorio viene svolto in un ambiente poco antropizzato, di semplice lettura, per facilitare la comprensione degli studenti e promuovere una partecipazione diretta e attiva. Da questo punto di vista, un ambiente di media montagna risponde pienamente a tali esigenze.

Dato l’elevato numero di studenti, l’escursione ne coinvolge circa 80 insieme a una decina di docenti e neolaureati che si suddividono in molteplici attività. Oltre agli aspetti scientifici, i momenti didattici e ricreativi servono a cementare lo spirito di gruppo e a far crescere la coesione collettiva: usando un termine inflazionato, si può affermare che il Laboratorio ha una funzione di team building. 

Quest’anno, in accordo con la Sezione CAI di Bergamo il Laboratorio si svolgerà nei giorni 10-11-12 settembre 2017 presso il rifugio “Antonio Curò”, a 1915 metri di altitudine, in alta Val Seriana a Valbondione, perché il sito e il territorio circostante si prestano a fornire numerosi spunti didattici: il rifugio è dotato di circa 120 posti, per cui può accogliere comodamente tutti i partecipanti, è affiancato da l’Ostello al Curò 1895 m, un’eccellenza a livello europeo e un esempio unico nel suo genere, e recentemente ristrutturato e quindi è dotato di supporti didattici e tecnologici moderni (sala riunione, sala di lettura, attrezzature multimediali); è raggiungibile con una larga mulattiera priva di pericoli, spesso intagliata nella roccia, che richiede circa 2 ore e 30 minuti di cammino; si tratta quindi di uno sforzo fisico contenuto, alla portata di tutti i giovani e partecipanti; è molto noto e frequentato, si trova nei pressi di poderose opere umane (laghi artificiali, centrali idroelettriche) e dà modo di sottolineare la necessità di convivenza di ambiente naturale, utilizzo delle risorse, tutela naturale e turismo sostenibile, come dimostrato dalle aperture periodiche delle Cascate del Serio; la geologia dell’area è molto articolata, ma ben conosciuta e di lettura abbastanza agevole; il rifugio è inserito nella riserva naturale Belviso-Barbellino ed è possibile avvistare esemplari della fauna alpina (stambecchi, camosci, marmotte) e osservare i cambiamenti di vegetazione dal piano montano a quello alpino (faggete, peccete, lariceti, praterie; il rifugio è circondato da laghi artificiali, acquitrini, laghi naturali e torrenti, per cui è facile osservare la fauna acquatica e sottolineare le strategie di adattamento ai diversi ambienti; la valle del rifugio è stata scavata in passato da imponenti ghiacciai, ora scomparsi, ma che hanno lasciato segni molto evidenti del loro passaggio, dando modo di svolgere osservazioni interessanti sulla geomorfologia, sui suoli e sugli effetti ambientali dei cambiamenti climatici; il sito non è troppo distante dalla sede dell’Università: viene in tal modo valorizzato il rapporto con il territorio di montagna e l’habitat in quota, che rimane l’interlocutore prioritario delle nostre attività formative; La location è stata individuata dal Comune di Valbondione, prezioso collaboratore insieme alla Sezione CAI di Bergamo e all’Accademia di belle arti “G. Carrara” per la realizzazione del progetto Sentieri Creativi 2017 e la nuova opera “Scratch in the Stone” di Alberto Rocchetti, scelta fra le proposte elaborate dai giovani artisti partecipanti al workshop che si è tenuto presso il rifugio a luglio 2017.

Non ultimo, potremo avvalerci della consulenza di Esperti del CAI Bergamo (Commissioni Culturale, Tutela Ambiente Montagna e Comitato Scientifico), che ci forniranno informazioni sull’ambiente alpino naturale e sull’utilizzo antropico del territorio di montagna (allevamento, forestazione, produzione di energia idroelettrica, miniere e turismo).


 

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