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Gandino saluta il Moroni, ma il quadro “resta” in paese

E’ stato senza dubbio l’evento artistico dell’anno per l’intera Valle Seriana, salutato da 6000 visitatori e ammirati commenti. La mostra dedicata a Gandino alla “Deposizione di Cristo nel Sepolcro” di Giovan Battista Moroni ha chiuso definitivamente i battenti domenica 13 ottobre, in coincidenza con le Giornate d’Aitunno del FAI.

La mostra, come noto, ha visto protagonista, nel Salone della Valle messo a disposizione dal Comune, la tela dipinta dal Moroni nel 1566. Un successo indiscusso, frutto di un intrigante progetto promosso da Accademia Carrara (ove l’opera è di norma esposta), Promoserio, Comune di Gandino,
Pro Loco Gandino e realtà culturali della Val Gandino e della Val Seriana. A margine del cocktail di saluto alla tela, destinata a rientrare in questi giorni all’Accademia Carrara, è stata presentata una copia al vero del dipinto, realizzata grazie alla consulenza grafica di Lino Olmo Studio di Onore ed alla tecnologia digitale di Radici Due Tipografia di Gandino. “Un modo concreto – spiegano gli organizzatori – per continuare a raccontare una storia che qui ha avuto la propria genesi. La copia sarà infatti esposta negli ambienti dell’antico Chiostro Francescano (oggi annesso alla Casa di
Riposo Fondazione Cecilia Caccia Del Negro), in modo da essere visibile in occasione delle aperture   straordinarie per visite guidate”.
La “deposizione” fu originariamente realizzata per la chiesa di S.Maria ad Ruviales di Gandino, demolita negli anni ’60 e già spogliata dei propri capolavori nel 1798 per le soppressioni
napoleoniche. Moroni si conferma, anche agli occhi del grande pubblico, un vero e proprio “top player” della Storia dell’Arte, autore nel Cinquecento di celeberrimi ritratti e capolavori. Nell’anno in  cui New York lo ha riscoperto dedicandogli una mostra presso la prestigiosa Frick Collection e dopo l’entusiasmante successo della retrospettiva del 2018
tenutasi presso la Royal Academy of Arts di Londra, la Val Seriana (che ad Albino gli diede i natali) gli ha dedicato un inedito “ritorno a casa”.
La mostra di Gandino ha tenuto ufficialmente a battesimo il museo diffuso “Moroni in Val Seriana”, un itinerario da Ranica a Fino del Monte, che fa tappa a Villa di Serio, Nembro, Albino, Fiorano al Serio, Oneta e Parre. Sono i luoghi ai quali l’artista ha lasciato in eredità straordinarie opere di soggetto sacro, ancora fruibili nelle chiese per cui sono state concepite cinquecento anni fa. La tela del Moroni è finita lo scorso giugno su tre francobolli delle poste del Liechtenstein (grazie al Gruppo Filatelico Valgandino), è finita su un annullo speciale di Poste Italiane ed al centro di un menu
enogastronomico con intriganti legami all’epoca in cui visse ed operò il grande artista albinese. “E’ stato uno sforzo corale intenso e carico di entusiasmo – hanno sottolineato all’unisono il presidente
di Promoserio Maurizio Forchini, i curatori Silvio Tomasini ed Orietta Pinessi, il sindaco di Gandino Elio Castelli ed il presidente Pro Loco Lorenzo Aresi – che da un lato conferma la qualità di proposte
che la Valle sa mettere in campo e dall’altro la potenzialità sinergica delle realtà territoriali seriane”.

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