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Semplificazione, partecipazione dei cittadini, dimezzamento dei tempi e responsabilizzazione degli amministratori. Sono i principi del progetto di legge che rinnova l’attuale legge (29/2006) sulle procedure in materia di istituzione di nuovi Comuni e di modifica delle circoscrizioni e delle denominazioni comunali. La Commissione Affari Istituzionali, presieduta da Carlo Malvezzi (Forza Italia), ha approvato a maggioranza il progetto di legge che modifica la disciplina attuale, introducendo la possibilità per i Comuni interessati di indire la consultazione popolare senza attendere l’iniziativa legislativa (possibilità questa oggi prevista solo per le fusioni per incorporazione).

Le nuove norme stabiliscono dunque da una parte di snellire le procedure e dall’altra di valorizzare le istanze del territorio, attraverso un confronto preliminare. Si stabilisce dunque che la proposta di fusione, i suoi contenuti e i suoi obiettivi, venga portata a conoscenza della comunità attraverso per esempio assemblee pubbliche e strumenti digitali. Entro 60 giorni i cittadini potranno esprimere il loro parere e le osservazioni. E’ in questa fase che è possibile manifestare  la propria contrarietà anche attraverso una raccolta firme.
Terminata la verifica preliminare il Comune deciderà, sulla base del consenso emerso, se indire il referendum, secondo criteri stabiliti dalla Regione.

“Rispetto alla normativa in vigore –ha detto Malvezzi, relatore del provvedimento– le modiche danno dunque la possibilità al Comune di anticipare i tempi proseguendo nel processo di fusione senza aspettare la delibera della Giunta Regionale e il voto del Consiglio. Resta invece invariato l’impianto dei rimborsi delle spese referendarie. A prescindere dall’esito positivo o negativo della consultazione, la Regione si fa carico di rimborsare le spese sostenute dal Comune, purché siano state rispettate tutte le procedure preliminari e referendarie”.