Tra i partiti in fibrillazione, investiti anche dagli avvenimenti internazionali, figura il PD con la segretaria Schlei nche non riesce a tenere il filo del coordinamento politico con iniziative che danno le dimensione di quello che potrebbe succedere nell’ imminente. Ieri, al parlamento europeo alcuni Pd non hanno seguito l’indicazione della segreteria di votare no al piano che autorizza ad intraprendere l’aumento dell’armamento: Tra questi figura Giorgio Gori

Ieri, 12 marzo, a Strasburgo è stato votato piano ReArm Europe, proposto il 4 marzo 2025 dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen.

L’indicazione della segretaria nazionale del Pd Elly Schlein era stata quella di astenersi, ma dieci eurodeputati di questo gruppo politico (che in Europa rientrano nel gruppo del S&D) hanno deciso di dare invece la propria approvazione.

Nello specifico, gli europarlamentari dem si sono divisi in undici astenuti, dieci favorevoli, nessun contrario. Hanno votato sì: Stefano Bonaccini, Antonio Decaro, Giorgio Gori, Elisabetta Gualmini, Giuseppe Lupo, Pierfrancesco Maran, Alessandra Moretti, Pina Picierno, Irene Tinagli e Raffaele Topo.

Astenuti Nicola Zingaretti, Annalisa Corrado, Alessandro Zan, Brando Benifei, Dario Nardella, Matteo Ricci, Sandro Ruotolo, Camilla Laureti e gli indipendenti eletti nelle liste Pd Cecilia Strada e Marco Tarquinio. Lucia Annunziata, che dai tabulati risulta favorevole, ha corretto il voto dal sì all’astensione

Nella foto Giorgio Gori