Il sostituto procuratore Mauro Leo Tenaglia ha chiesto il processo per Flavio Bettoni, Michele Carta Mantiglia, Piergiorgio Bosio ed Ettore Vacchina, gli amministratori che dopo il 2010 si erano alternati alla guida della Selca di Forno d’Allione, oltre a Giacomo Ducoli, il professionista incaricato della curatela fallimentare.
Prescritta l’accusa di traffico illecito di rifiuti, gli imputati sono ora accusati a vario titolo di omessa bonifica e, limitatamente a Ducoli, anche di ostacolo all’attività di vigilanza ambientale. I 5 conosceranno il loro destino il prossimo. Il prossimo 22 maggio, dopo che la GUP Giulia Costantino avrà raccolto anche le conclusioni dell’avvocato difensore di Ducoli, l’unico a non essere intervenuto nel corso dell’udienza tenutasi questo mercoledì 17 aprile, gli imputati sapranno come evolverà la vicenda che li vede imputati a vario titolo. Per il Pm Tenaglia, che ha ereditato il fascicolo dal procuratore aggiunto Sandro Raimondi, trasferito a Trento, ci sarebbe spazio per un nuovo processo, mentre per i difensori degli imputati ci sono ostacoli insormontabili alla sua celebrazione come quello frapposto dalla sentenza di assoluzione «perché il fatto non sussiste» passata in giudicato. Il verdetto, divenuto definitivo, ha azzerato l’accusa originaria: il traffico illecito di rifiuti e quei famosi 23mila metri cubi di celle elettrolitiche utilizzate per la fusione dell’alluminio, arrivate dall’Australia fino a Berzo Demo: per la giustizia non erano rifiuti e dunque potevano essere lecitamente rivendute come end ofwaste. Ai manager della ex-Selca viene ora contestata l’accusa di omessa bonifica a partire dal 2015, cioè anni dopo la loro decadenza dal ruolo rivestito nella gestione della Società, fallita nel giugno 2010. Quanto al curatore fallimentare, l’accusa contrasta con un’altra sentenza non più impugnabile: quella con la quale il Consiglio di Stato ribaltò il verdetto del Tar ed escluse che la bonifica dovesse essere in carico alla curatela del fallimento: in questo caso, infatti, sarebbe stata effettuata anche a costo di pregiudicare gli interessi dei creditori dell’azienda fallita. Il 22 maggio il GUP deciderà se aprire il nuovo processo. Rimane il nodo cruciale delle tonnellate di rifiuti stoccati, ora in sicurezza in speciali “bag”, dentro i capannoni della ex-Selca e della bonifica del terreno. Per entrambi i casi, il Comune di Berzo Demo, con Regione, Provincia, Comunità Montana e Bim, ha garantito la rimozione e la bonifica perché il 31 maggio dovrebbe essere perfezionato l’atto di acquisto del vasto comparto industriale da parte di Lucchini Rs che vi impianterà una linea di meccanica leggera di revisione occupando 90 nuovi dipendenti.