Alla DMG Bergamo (ex Gildemeister) continua il braccio di ferro sulle bandiere sindacali. Dopo la prima rimozione da parte dell’azienda il 14 febbraio e la decisione dei lavoratori di rimetterle al loro posto, la direzione aziendale è intervenuta nuovamente per toglierle.
Di fronte a questo gesto, ieri i lavoratori hanno proclamato un’ora di sciopero e, al termine della mobilitazione, hanno esposto di nuovo le bandiere di Fiom CGIL e Fim CISL davanti allo stabilimento.
“Lascia perplessi e dispiaciuti l’ostinazione di questa azienda nel non tollerare una manifestazione democratica di scontento – commenta Fabio Mangiafico, Fiom CGIL – assolutamente non impattante sulla produzione e che si sta svolgendo in modo identico in centinaia di fabbriche bergamasche senza problemi. I lavoratori e le lavoratrici di DMG hanno voluto tenere il punto: la protesta per il contratto ha piena cittadinanza nelle aziende, così come il diritto di manifestare.”
Le bandiere erano state issate mesi fa per protestare contro la paventata chiusura di un reparto di sette persone. Dopo un confronto tra azienda e sindacati, l’allarme su quel fronte è rientrato, ma la richiesta di rimozione dei simboli sindacali è rimasta. Fiom CGIL e Fim CISL hanno ribadito che le bandiere rappresentano anche la battaglia per il rinnovo del contratto nazionale, che coinvolge molte aziende metalmeccaniche.
DMG Bergamo conta circa 200 addetti e opera nel settore della meccanica strumentale.
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