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Conte sopravvive al Senato. Fiducia: 156 sì, 140 no e 16 astenuti “Renziani”

Non è stata raggiunta la maggioranza assoluta, ma 156 voti sono sufficienti al governo di Giuseppe Conte per incassare la fiducia anche al Senato. La “caccia ai senatori” in extremis, bollata dal leader di Italia Viva come un “Mercato indecoroso”, ha permesso a Giuseppe Conte di ottenere 156 “sì” contro 140 “no”. Decisiva, al netto del risultato, l’astensione dei sedici eletti Italia Viva e i “sì” di tre senatori a vita: Mario Monti, Elena Cattaneo e Liliana Segre.

Prima di incassare la fiducia, aveva commentato: “Subito dopo l’eventuale fiducia valuteremo un tema di cui stavamo già discutendo: come rafforzare la squadra di governo”. Una volta ottenuta, in serata il premier ha twittato: “Ora l’obiettivo è rendere ancora più solida questa maggioranza. L’Italia non ha un minuto da perdere. Subito al lavoro per superare l’emergenza sanitaria e la crisi economica. Priorità a piano vaccini, Recovery Plan e dl ristori”.

Da oggi si apre insomma il secondo tempo della crisi e sarà importante vedere se Conte riuscirà davvero ad ampliare il perimetro della maggioranza. Proprio in queste ore, è previsto un incontro informale tra il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il presidente del Consiglio. Conte dovrà illustrare al capo dello Stato in che modo e con quali tempistiche proverà a rafforzare la maggioranza.

La curva più critica il premier l’ha dovuta affrontare al Senato, con il botta e risposta con Renzi. A Italia Viva ha addebitato i ritardi del Recovery Plan e l’aver scelto la via “dell’aggressione” mediatica con attacchi che avevano il fine unico di destabilizzare l’ambiente. Rottura totale che esclude la possibilità di una ricucitura. A parte questo momento, in cui il presidente del Consiglio ha alzato i toni, ha prevalso la pacatezza. “Quando la politica si eclissa – ha promulgato – le istanze per ricomporre i conflitti della società finiscono per restare ai margini, con il rischio che si traducano in rabbia, che sfocino nello scontro violento”.

Conte ha anche voluto far chiarezza circa l’offerta di legge elettorale proporzionale a seguito delle interpretazioni “maliziose” di qualcuno. “Non si può ricomporre un quadro della rappresentanza frantumato come quello odierno costringendo sensibilità diverse nello stesso involucro”, ha spiegato. Ma dopo, per governare, dovranno “definire accordi programmatici di alto profilo, di forte contenuto ideale”.

L’ultimo passaggio del suo intervento è stato invece dedicato alla difesa dalle accuse rivolte al Governo per non aver fatto abbastanza per l’economia. “Non è vero che l’Italia sia prima per calo del Pil. E confermiamo la stima di un -9% del Pil 2020, inferiore alle previsioni estive dei principali organismi internazionali e minore rispetto ad altri Paesi”.

F.M.

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