La Cassazione ha confermato la condanna a 16 anni di carcere per Tullio Laffranchi, il 64enne, che la sera del 17 aprile 2015 a Niardo aveva ucciso a coltellate la moglie Gloria Trematerra di 55 anni e aveva anche ferito la figlia Alice rincorsa per le scale con un coltello in mano.
Le due donne si erano presentate in casa per ritirare alcuni effetti personali, dopo che da qualche settimana avevano lasciato l’abitazione per trasferirsi in una struttura protetta come ultimo atto di un rapporto tra marito e moglie andato in crisi e segnato dalle violenze, fisiche e verbali, di Tullio Laffranchi nei confronti della moglie Gloria, da 23 anni insegnante di inglese al Golgi di Breno. Lei aveva trovato il coraggio di denunciare la situazione di andarsene da casa ma quel giorno era tornata nell’appartamento di via Nazionale a Niardo e tra i coniugi era nata l’ennesima discussione fino a quando lui aveva impugnato un coltello e aveva ucciso la donna colpita almeno otto volte, davanti alla figlia Alice, all’epoca 18enne, che era scappata gridando dopo essersi messa con il corpo a difesa della madre che era morta sul pavimento di casa. La ragazza era riuscita a salvarsi, riportando alcune ferite alle braccia. Sarebbero state le condizioni economiche proposte dalla moglie per la separazione, dopo 25anni di matrimonio, a far scattare la furia omicida di Laffranchi. I giudici, fin dal primo grado, avevano stabilito che la capacità di intendere dell’uomo quando aveva impugnato il coltello da cucina era grandemente scemata. Per questo, la condanna a 16 anni di carcere più tre da passare in una struttura protetta per il recupero psico-sociale. La coppia aveva anche un figlio Francesco di 24 anni. I due ragazzi, Alice e Francesco, avevano contestato la condanna in,primo grado, troppo mite per la gravità del delitto. La Cassazione ieri sera ha rigettato il ricorso di Tullio Laffranchi ed ha confermato la condanna a 16 anni.