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Anche la Federazione di Bergamo aderisce all’imponente mobilitazione lanciata su tutto il territorio da Coldiretti  per dire “NO al CETA, l’accordo economico e commerciale che  si pone come obiettivo la progressiva  liberalizzazione degli scambi tra Unione Europea e Canada, ma che se verrà ratificato dal nostro Paese, provocherà danni ingentissimi alla nostra agricoltura. 
“Siamo preoccupatissimi per i risvolti che potrebbero derivare da questa vicenda – sottolinea Coldiretti Bergamo -; non solo ci stiamo mobilitando in vario modo con i nostri associati ma abbiamo anche scritto a tutti i sindaci per chiedere loro di supportarci in questa battaglia. Li abbiamo invitati a sottoporre un ordine del giorno all’attenzione della Giunta o del Consiglio per condividere l’azione di Coldiretti a supporto di  un commercio libero e giusto e per un’Europa libera dal CETA”. 

Il CETA ha avuto il via libera dall’Unione Europea il 15 febbraio scorso  e ora deve esser approvato  dagli stati membri. In questi giorni in Italia è in corso di approvazione la legge di ratifica di tale accordo. “A fronte dei presunti benefici attesi – spiega Coldiretti Bergamo – Il trattato che non solo segue la strada sbagliata di un’indiscriminata liberalizzazione e deregolamentazione degli scambi, ma per la prima volta nella storia dell’Unione accorda a livello internazionale il via libera alle imitazioni dei nostri prodotti più tipici (dall’Asiago al Gorgonzola fino alla Fontina e ai prosciutti di Parma, San Daniele e Toscano fino al Parmesan)”.

Altro fatto gravissimo stigmatizzato da Coldiretti Bergamo, il CETA spalanca le porte all’invasione di grano duro trattato in preraccolta con il glifosato vietato in Italia perché sospettato di essere cancerogeno e favorisce l’arrivo di ingenti quantitativi di carne a dazio zero da un Paese dove è possibile utilizzare ormoni negli allevamenti a differenza di quanto avviene in Italia. “Per tali ragioni – conclude Coldiretti Bergamo –  siamo impegnati, con una coalizione di altri portatori di interesse, in un’azione tesa ad informare e sensibilizzare il Governo ed i Parlamentari italiani chiedendo loro di non votare a favore della ratifica dell’Accordo e di impedirne l’entrata in vigore in via provvisoria, nella direzione di ragioni di scambio improntate alla democrazia economica ed alla salvaguardia dei diritti dei consumatori e delle imprese”.

Coldiretti Bergamo sottolinea che oltre agli interessi di natura economica, si tratta di una battaglia che ha anche motivazioni di natura valoriale, legate al bene comune. All’entrata in vigore dell’accordo, infatti, la cooperazione regolamentare determinerà la graduale eliminazione delle regole che, nei diversi settori della sanità pubblica, della sicurezza degli alimenti, della protezione dei consumatori e dell’ambiente possono essere ritenuti di ostacolo alla libertà del commercio.