Nativo di Bariano, morì di colera 150 anni fa. Riposa nel locale cimitero, domenica 1 luglio il ricordo in parrocchia.
“Questo Reverendissimo Parroco dopo d’avere per ben undici anni diretta, amministrata e governata la sua diletta parrocchia con uno zelo il più attivo, indefesso e longanime, dopo essersi contradistinto e segnalato per dottrina, per sapienza, per virtù e santità, mori nel bacio del Signore fra le lagrime e il compianto universale”. E’ il necrologio, datato 1 luglio 1868 di don Antonio Ubiali presente nell’archivio parrocchiale di Cazzano S.Andrea, morto in concetto di santità. La comunità di Cazzano S.Andrea, oggi retta dal parroco don Egidio Rivola, domenica 1 luglio lo ricorderà con affetto nel 150° della morte.
Don Antonio nacque a Bariano, nella Bassa Bergamasca, il 13 marzo 1824, figlio di Giovanni Angelo Ubiali e di Agata Imberti. Fu ordinato sacerdote il 3 marzo 1849 e rimase per i tre anni successivi nel paese natale come cappellano. Dall’aprile 1852, a ventotto anni, fu coadiutore nella Parrocchia di Santa Maria d’Oleno a Sforzatica di Dalmine.
Il 15 gennaio 1857 i capifamiglia di Cazzano S.Andrea lo elessero parroco, in virtù di un antico diritto controllato dalla Prefettura. Secondo documenti e verbali (frutto delle ricerche d’archivio di Antonio Bernardi, Simone Bonandrini e Rosario Rottigni) don Antonio ottenne 40 dei 49 voti espressi dai capifamiglia. Poche settimane dopo celebrò il battesimo di Maria Giuditta Luigia Agoggieri, negozianti di seta gandinesi domiciliati a Cazzano. Don Antonio Ubiali morì all’età di 44 anni il 1 luglio 1868, stroncato da una “dissenteria da infezione” contratta nella cura degli ammalati. Ad essergli fatale fu certamente il suo spendersi per i malati ed i moribondi. Il 31 maggio 1869 la Sotto Prefettura di Clusone comunicò che “al sig. Ubiali Antonio, Parroco, è stato concesso un diploma con relativa medaglia e ricompensa dovuta quale benemerito della pubblica salute durante il “cholera” del 1867”.
Don Antonio Ubiali riposa tuttora nel cimitero di Cazzano. Negli anni 1959-1960, su iniziativa dell’allora parroco don Giuseppe Presti e della popolazione, i resti mortali di don Antonio, don Santo Rota e don Antonio Remondi furono traslati nei loculi a fianco della cappella centrale del cimitero. “Gli anziani del paese – sottolinea Antonio Bernardi, già sindaco del paese – pur non avendolo conosciuto, ricordano la venerazione che gli avi avevano per don Antonio Ubiali. In particolare, la memoria era riportata da Santino Campana (1895-1973), storico sacrestano di Cazzano”.