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Canto Alto, il monte dei Santi

Da Fra’ Tommaso da Olera a don Antonio Rubbi di Sorisole, da Fra’ Cecilio Cortinovis di Costa Serina alla santa Gianna Beretta Molla e Fra’ Alberto Maria Beretta di Città Alta: cinque figure che attraversano 450 anni di storia dei paesi ai piedi del Canto Alto e della città. Tutti legati alla figura di San Francesco d’Assisi.

Il prossimo 8 settembre, domenica festività della Natività di Maria, si celebra il 40° della costruzione della Croce al Canto Alto da parte degli alpini.

“Da sempre questa montagna è un riferimento geografico importante per l’area dei paesi che gravitano attorno alla città e per le valli – afferma Luigi Roffia, direttore del Centro Studi don Antonio Rubbi -. Il Canto Alto è un simbolo. Uno scenario che si vede percorrendo anche dall’autostrada A4, che fa da sfondo a Città Alta e dà il benvenuto a chi arriva a Bergamo.
In occasione del 40° della costruzione della croce, vorremmo che il Canto Alto, riconosciuto come una delle “Meraviglie Italiane” nel 2011 in occasione dei 150° dell’Unità d’Italia, diventi “Il monte dei Santi”. Nei paesi ai piedi di questa montagna sono da sempre vissute comunità e famiglie con una grande fede e profonda devozione che hanno generato nei secoli dei santi uomini e sante donne.

Persone ricche delle loro virtù che hanno dato vita a persone esemplari nello stile del santo di Assisi: san Francesco. Partendo da Fra’ Tommaso da Olera, don Antonio Rubbi (Zogno, Poscante, Monte di Nese e Sorisole), Fra’ Cecilio Cortinovis (Costa Serina), la santa Gianna Beretta Molla e Fra’ Alberto Maria Beretta di Città Alta. Cinque beati che attraversano 450 anni di storia dei paesi ai piedi del Canto Alto e della città. Tutti legati alla figura di San Francesco d’Assisi”.

La Messa al Canto Alto di domenica 8 settembre alle 11 sarà dedicata alla famiglia e a quei valori che hanno impregnato la vita di questi beati.

“Non è un ritorno nostalgico a quei valori, ma una riproposta nella vita odierna, alla luce dei segni dei tempi per saperli valorizzare con nuovo spirito – prosegue Roffia –. La carità, l’amore incondizionato al prossimo, la cura dei poveri di cose e di spirito, la dedizione alla famiglia, il sacrificio per la vita, l’attenzione alla natura evitando sprechi e scegliendo una vita sobria: sono valori cristiani che restano immutati. Non sono in discussione, sono alquanto attuali. Anche alla luce dei nuovi diritti, il Vangelo, nella piena e consapevole libertà della fede, si contrappone solamente all’odio e alla morte con l’esempio di ogni cristiano. Un messaggio che è in linea con la recente omelia sulla fraternità del nostro vescovo monsignor Francesco Beschi in occasione della festa patronale di Sant’Alessandro”.

L’iniziativa proposta coinvolge gli alpini di Sorisole, il gruppo Amici del Canto Alto e le parrocchie di Olera, Alzano, Nese, Zogno, Poscante, Costa Serina, Bergamo Borgo Canale, Ponteranica, Azzonica, Petosino, Bruntino, Almè, Villa d’Almè e Sedrina. Il desiderio che ognuna di queste comunità crei una serie di cammini sui tracciati esistenti che portano alla Croce del Canto Alto, dove sarà celebrata la festa della famiglia con una Messa sotto la protezione del Signore e dei beati del Canto Alto.

“Ritengo significativo che questa proposta sia tra le prime ad avere tra i loghi la nuova Comunità ecclesiale territoriale (CET) 9, Valle Brembana e Imagna – dichiara monsignor Giulio Dellavite, segretario della Diocesi di Bergamo –. La riforma della diocesi voluta dal Vescovo Francesco vede nelle CET che sostituiscono i Vicariati Locali la particolarità di dialogo col territorio attraverso la competenza e la passione dei laici. Il valore aggiunto di questa proposta sta proprio nella sua origine “laicale” che parte dal territorio del Canto Alto per valorizzarne le ricchezze e i valori. È espressione della “Chiesa in uscita” su cui Papa Francesco insiste, che si fa cammino per le famiglie sul Canto Alto che diventa immagine simbolico di terre esistenziali che lanciano richieste di incontro e dialogo”.

“È significativo che tutte queste figure di santi nati e cresciuti ai piedi del Canto Alto abbiamo fatto della croce il loro riferimento di vita e che oggi proprio su quel monte ci sia una croce – sottolinea padre Claudio Todeschini dei Frati Cappuccini di Bergamo –. La croce è un richiamo concreto e preciso che ha visto queste figure, vissute in tempi lontani, esprimersi in modo diverso avendo come centralità della loro vita la croce. Tutti si sono formati in famiglie in cui la carità, l’amore per il prossimo, la dedizione per i più piccoli, per la vita e il rispetto dell’ambiente erano e sono valori basilari. Qui non si tratta di fare archeologia, ma prendere il loro esempio e renderlo attuale, perché la vita si costruisce giorno per giorno, non si annulla. Si diventa saggi per prepararsi al mondo che verrà lasciato ai giovani”.

Alla presentazione del progetto ha partecipato anche monsignor Andrea Paiocchi, già curato a Sorisole.

“La celebrazione della messa al Canto Alto apre anche la settimana, sabato 14 settembre si celebra la Festa della Santa Croce, tema molto sentito da Fra’ Tommaso da Olera – afferma Doriano Bendotti del Centro studi fra’ Tommaso da Olera -. L’esaltazione della Santa Croce è una festività della Chiesa cattolica, della Chiesa ortodossa e di altre confessioni cristiane, quindi si appresta anche ad un cammino ecumenico aperto alle altre chiese e ad altre religioni, sui passi di San Francesco. Come comunità di Olera vedremo di percorrere questo cammino al Canto Alto sui passi e sull’esempio del beato Fra’ Tommaso”.

L’iniziativa vede il contributo della BCC Bergamo e Valli e trova il sostegno del gruppo Alpini di Sorisole e dell’Associazione Amici del Canto Alto che per l’occasione hanno organizzato un servizio di trasporto con l’elicottero partendo da Sorisole, dalle 8.30 alle 10.30 e dalle 16 alle 18. Inoltre è possibile pranzare al rifugio Canto Alto o servirsi di pane, cotechino e polenta taragna sul Col d’Anna a mezzogiorno. Alle 14 seguiranno musiche e canti alpini. (Prenotazioni 351.8148424)

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