I militari della Guardia di Finanza di Treviglio hanno arrestato tre imprenditori della Bassa Bergamasca, residenti in Romano di Lombardia e Cortenuova, accusati di aver procurato un grave dissesto ad una società, operante nel settore edilizio, dichiarata fallita dal Tribunale di Bergamo. L’operazione di servizio è stata condotta mercoledì 4 aprile, quando i finanzieri hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, a firma del GI P del Tribunale di Bergamo, Dottor Massimiliano Magliacani, emessa a seguito di indagini, coordinate dalla Dottoressa Maria Cristina Rota, Sostituto Procuratore presso la Procura della Repubblica di Bergamo, che hanno permesso di ricostruire una serie di operazioni, in danno alla società fallita, per oltre 1,7 milioni di euro. In particolare, attraverso le investigazioni è stato accertato che l’amministratore dell’azienda fallita, in concorso con un suo socio e complice, ha fraudolentemente distratto beni patrimoniali e risorse finanziarie, attraverso una serie articolata di operazioni societarie e contabili. Tra queste, una cessione di ramo d’azienda in favore di un’altra società, facente sempre capo agli stessi imprenditori, per la quale tuttavia non ha fatto seguito alcun introito nelle casse della fallita. Non solo, dalla ricostruzione documentale operata dai finanzieri, è stata accertata anche la distrazione di attrezzature, materiale edile ed attività di cantiere anche a favore di un’altra azienda, sempre riferibile agli stessi imprenditori, grazie a fittizie cessioni, saldate mediante false compensazioni di debiti e crediti, artatamente predisposti dagli indagati. L’irrimediabile crisi aziendale è stata anche causata da ingiustificati prelievi di denaro dai conti societari e dal mancato recupero di crediti vantati dalla fallita, che invece sono stati dirottati a favore delle altre società del gruppo. L’amministratore della società fallita, nel tentativo di sfuggire alle pretese dei creditori, è accusato inoltre di aver trasferito la titolarità dell’azienda e le quote societarie ad un altro imprenditore, il quale ha continuato a dissipare le restanti risorse aziendali e sottratto documentazione contabile, fino al definitivo fallimento dell’azienda. I tre arrestati, ai quali è stato notificato anche un provvedimento di interdizione dall’esercizio d’impresa, sono stati condotti nel carcere di Bergamo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria alla quale dovranno rispondere delle pesanti accuse di aver fatto fallire un’azienda, lasciando un grosso debito nei confronti di numerosi creditori, continuando ad operare con altre società create ad hoc. (immagine di repertorio)
Gravedona: presentazione dell’offerta oncologica e radioterapica
Palazzo Gallio, a Gravedona, ha ospitato ieri pomeriggio l’incontro pubblico organizzato dall’Asst Valtellina e Alto Lario, in collaborazione con la Comunità Montana Valli del Lario