Questa martedì 18 aprile alle 9.00 presso il tribunale di Brescia c’è stata la lettura della sentenza emessa dal Giudice Chiara Minazzato sul caso Selca di Forno d’Allione che vedeva imputati i fratelli Flavio e Ivano Bettoni, con l’accusa di traffico internazionale di rifiuti.
La sentenza manda assolti i due imputati perché il caso non sussiste: cioè, Selca ha lavorato e rivenduto rifiuti provenienti dall’Australia, ma senza essere incorsa in illegalità, lo poteva fare e lo ha fatto secondo le regole vigenti. Così in buona sostanza quanto sentenziato dal Tribunale. Il pm Mauro Leo Tenaglia aveva chiesto per entrambi la condanna a quattro anni. Secondo l’accusa i fratelli Bettoni avrebbero miscelato sostanze pericolose senza autorizzazioni e non avrebbero rispettato le normative relative al trattamento dei rifiuti. Si chiude qui la prima parte di una lunga vicenda che ha visto contrapposti da una parte i titolari dell’azienda fallita nella primavera 2010, quando vennero bloccati i rifiuti stoccati nel perimetro della fabbrica di Forno d’Allione dalle indagini che nel frattempo erano partite sull’ipotesi di traffico internazionale di rifiuti. Che Selca abbia acquistato rifiuti da trattare è indiscutibile che li abbia rivenduti ad acciaierie clienti è altrettanto indubbio, ma il Tribunale ha aggiunto questo martedì che lo poteva fare e lo ha fatto nei termini previsti dalla legge. Nessun traffico illecito, dunque. Entro 90 giorni verrà depositata la sentenza e le parti interessate potranno leggerne le motivazioni. Dopo di che le parti civili, Comune di Berzo Demo, Comunità Montana di Vallecamonica, Provincia di Brescia, Regione Lombardia e Stato decideranno se ricorrere in appello o meno. Altro capitolo, invece, è quello che riguarda la rimozione dei rifiuti stoccati all’interno della grande area industriale, in parte messi in sicurezza all’interno dei capannoni e in parte stoccati in un’area all’aperto e messi in sicurezza sotto una grande copertura con teli speciali sui 9.108 metri cubi di rifiuti industriali accatastati nei piazzali esterni. Ora, però, all’interno della grande area industriale inattiva da metà 2010, rimangono ben 45.000 metri cubi di rifiuti da rimuovere e smaltire. E, come ha più volte sottolineato il sindaco di Berzo Demo Gianbattista Bernardi, deve essere fatto al più presto secondo un piano preciso, di estrema sicurezza e approvato da tutti gli enti preposti. Questa secondo problema, che nulla ha a che vedere con il presunto traffico di rifiuti, vede da una parte gli enti pubblici, Comune in primis e dall’altra la curatela fallimentare. Questa posta è ancora aperta e sabato 22 aprile è fissata una conferenza di servizi per trattare l’argomento smaltimento rifiuti e bonifica dell’area.