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Arrestata barista a Gottolengo per spaccio e ritorsioni

I carabinieri di Verolanuova hanno sgominato la banda multietnica che riforniva la Bassa Bresciana di cocaina: dalle indagini è emerso che il gruppo era capace di immettere sul mercato, in poco tempo, 5 chili di cocaina e di disporre di corrieri albanesi capaci di trasportare fino a 2 chili per viaggio.

Si tratta di un’organizzata rete di spacciatori, composta da 11 persone: 5 di nazionalità albanese e 6 bresciani. I primi si occupavano di reperire la droga, mentre i secondi la spacciavano al dettaglio. Per tre di loro, nelle scorse ore, si sono spalancate le porte del carcere: si tratta di un 31enne albanese di casa a San Gervasio, di un agricoltore 57enne di Gottolengo e di una 62enne che, assieme al figlio, gestisce un noto bar nel centro di Gottolengo. Agli altri 8 componenti della banda è stata invece notificato l’avviso di conclusione delle indagini. Stando a quanto reso noto dai carabinieri in un comunicato stampa, la barista 62enne in più occasioni aveva organizzato vere e propri spedizioni punitive nei confronti dei clienti morosi. L’ultimo episodio lo scorso 18 novembre: ad un uomo di Gottolengo, che aveva un debito da 400 euro, sarebbe stato rotto il naso a suon di pugni. L’indagine dei militari di Verolanuova, coordinati dal capitano Tedros Christian Comitti Berè, è scattata proprio dalla denuncia di estorsione presentata da un 42enne di Pavone Mella, che faceva parte della rete di spacciatori. L’uomo, dopo aver misteriosamente perso un carico di due chili di cocaina, sarebbe stato più e più volte picchiato e sfruttato dal 31enne albanese e dal fratello di quest’ultimo fino alla restituzione di 70 mila euro, cioè il valore della cocaina sparita nel nulla.

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