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ipertensione arteriosa

L’ipertensione arteriosa

L’ipertensione arteriosa è una patologia che è forse la più diffusa in Italia ed in tutto il mondo. Possiamo affermare che l’ipertensione arteriosa in realtà non è una patologia, ma una condizione molto diffusa che, se non trattata correttamente, può provocare patologie cardiovascolari, renali e cerebrali.

Ogni medico di medicina generale con 1500 pazienti ha circa 400 pazienti ipertesi in terapia, se a questi aggiungiamo i pazienti che non sanno di essere ipertesi, si raggiungono circa i 500 pazienti, quindi riassumendo possiamo asserire che una persona su 3 ha problemi di ipertensione arteriosa. L’ipertensione arteriosa si distingue in 2 tipi principali: ipertensione essenziale e ipertensione secondaria. L’ipertensione arteriosa essenziale è quella in cui la pressione si alza indipendentemente da altre patologie, ancora oggi la vera causa di questo tipo di ipertensione arteriosa è ignota. L’ipertensione secondaria è invece quella in cui la pressione arteriosa si alza come conseguenza di patologie renali o endocrine e rappresenta solo il 2% di tutte le forme di ipertensione. Solo valori particolarmente elevati di pressione arteriosa provocano sintomi come la cefalea e\o l’epistassi (emorragia nasale),ma l’ipertensione arteriosa negli altri casi solitamente è asintomatica, quindi l’unico modo per diagnosticarla e trattarla correttamente, consiste nel misurarla periodicamente. Si distinguono 2 tipi di pressione: la sistolica (massima) e la diastolica (minima). Quella sistolica è il valore di pressione che il sangue all’interno delle arterie raggiunge durante la sistole, cioè la fase di contrazione del cuore, quella diastolica è invece il valore di pressione che il sangue nelle arterie ha durante la diastole, che è la fase di rilasciamento del cuore. La classificazione dei vari gradi di ipertensione arteriosa si fa in base ai valori della pressione sistolica e diastolica. Viene definita ipertensione di primo grado quella in cui i valori sono compresi tra 140 e 160 di sistolica e tra 90 e 100 di diastolica, Quando i valori di pressione sistolica sono compresi tra 160 e 180 e quelli di diastolica tra 100 e 110 si parla di ipertensione di secondo grado, quella di terzo grado si ha quando la pressione sistolica è maggiore di 180 e la diastolica superiore a 110. La pressione arteriosa si misura con un apparecchio chiamato sfigmomanometro. Purtroppo o per fortuna, dipende dai punti di vista, non sono più in commercio i vecchi apparecchi a colonnina di mercurio. Sono invece attualmente molto diffusi gli apparecchi elettronici che consentono una misurazione fai da te a tutti i pazienti. Attenzione però perchè si trovano in commercio anche apparecchi poco affidabili che vanno applicati al polso o al dito, quelli più affidabili sono quelli a bracciale. La misurazione va effettuata dopo almeno 5 minuti di riposo, la prima volta va misurata ad entrambe le braccia scegliendo poi, per le successive misurazioni, il braccio in cui si trovano i valori più elevati che solitamente sono il destro nei destrorsi ed il sinistro nei mancini. L’ipertensione arteriosa va trattata dapprima con dei corretti stili di vita: calo di peso corporeo, attività fisica, stop al fumo e alcolici, riduzione del consumo di sale e di caffè. Ma se questo non basta si deve ricorrere alla terapia medica. In commercio esistono molti tipi di farmaci antiipertensivi che vanno scelti in base all’età dei pazienti, ad eventuali patologie associate ed ai livelli di pressione. Ma la cosa più importante che i pazienti devono capire è che la terapia va assunta costantemente e non va mai sospesa, al limite, ma solo su consiglio del medico, si possono ridurre le dosi nei periodi particolarmente caldi. Spesso, per raggiungere corretti valori di pressione è necessario associare più classi di farmaci.
E’ fondamentale un trattamento costante e monitorato dell’ipertensione in quanto rappresenta un importante fattore di rischio per patologie gravi come : infarto miocardico, insufficienza renale, ictus cerebrale.

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