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SAB in crisi, sciopero e presidio a Bergamo Sindacati: «Avvieremo vertenze»


Non solo 24 ore di sciopero dei bus per il primo giorno di scuola: il 12 settembre i lavoratori di SAB / Gruppo Arriva si riuniranno in un presidio davanti alla sede dell’azienda di trasporto pubblico, nel piazzale della stazione, dalle ore 9 alle 12. Insieme ai sindacalisti distribuiranno volantini per spiegare le ragioni della protesta.

“400 euro al mese in meno in busta paga: all’origine del forte malumore tra i lavoratori di SAB c’è la cancellazione dei contratti aziendali imposta a tutte le aziende del Gruppo Arriva (di cui SAB fa parte) e in vigore a Bergamo dal 1° aprile”, spiegano Marco Sala di FILT-CGIL, Antonio Scaini di FIT-CISL, Giacomo Ricciardi di UILTRASPORTI e Marco Peroli di FAISA-CISAL provinciali. “Una trattativa, partita a dicembre per contenere gli effetti della cancellazione, è durata alcuni mesi ed è stata interrotta il 26 maggio. Eravamo giunti a un’ipotesi di accordo ma l’irrigidimento dell’azienda su tematiche vitali per i lavoratori ha rimesso tutto in discussione. Così abbiamo deciso di non firmare, di interrompere il confronto. La fase che SAB sta vivendo è delicatissima: non c’è solo l’azzeramento dei contratti aziendali, c’è anche la necessità di gestire il passaggio dal Contratto nazionale di riferimento ASSTRA a quello ANAV, meno vantaggioso per i lavoratori, oltre alla fusione con SAL, che porta in SAB 85 dipendenti in più (che, comunque, continueranno a lavorare a Lecco)”.

Il 12 settembre il servizio sarà comunque garantito dalle 6 alle 8.30 del mattino e dalle 12.30 alle 16.00. La mobilitazione riguarderà anche i bus Arriva di Lecco e di Brescia. “Nelle ultime settimane SAB ha incontrato singolarmente i lavoratori proponendo di sottoscrivere accordi unilaterali nella speranza di garantire il servizio” proseguono i sindacalisti. “Così, viene promesso un ipotetico Premio di risultato (ipotetico perché mai contrattato con nessuno) in cambio di prestazioni extra contrattuali che erano contenute nelle richieste aziendali durante la trattativa ma che noi unitariamente avevamo giudicato davvero impossibili da sottoscrivere: riguardavano, infatti, l’aumento dell’impegno lavorativo richiesto ai dipendenti che passava da 12 a 14 ore (il cosiddetto nastro lavorativo, cioè l’arco di ore di disponibilità comprese le ore di pausa) senza un adeguato corrispettivo economico”.

Le aziende di proprietà e sotto controllo del Gruppo Arriva presenti in Lombardia, oltre a SAB di Bergamo (che ha incorporato per fusione SAL di Lecco), sono anche SIA e SAIA di Brescia e KM di Cremona, per un totale di 1.100 dipendenti coinvolti. A partire dall’estate del 2016 le società SAB di Bergamo, SIA e SAIA di Brescia, KM di Cremona, SAL di Lecco, sotto la direzione del Gruppo, hanno scelto, parallelamente a legittime politiche di fusioni societarie (SAL – SAB, SAIA – SIA), di rompere le relazioni industriali con una serie di atti unilaterali: disdette di accordi di secondo livello (SAB e SAL di Bergamo e Lecco) o passaggi nei CCNL di riferimento da ASSTRA ad ANAV (SIA società autoservizi spa, KM spa e SAB rispettivamente di Brescia, Cremona e Bergamo).
Il Gruppo Arriva è di proprietà di Deutsche Bahn per il quale svolge funzione di divisione per il trasporto pubblico locale fuori dalla Germania, con 55900 dipendenti in 14 paesi europei. Nel contesto nazionale agisce attraverso la Holding Arriva Italia S.r.l.

“Ora SAB dovrà garantire il servizio senza accordi aziendali che storicamente avevano al loro interno elementi importanti per l’organizzazione del lavoro. Sarà difficile riuscirci. I dipendenti, da parte loro, lavorano con senso di responsabilità da aprile in regime non codificato e perdendo anche molti soldi ogni mese”, concludono i sindacati. “Stiamo per avviare con loro vertenze individuali per recuperare le parti di retribuzione decurtate che a nostro avviso corrispondevano ad elementi fissi dello stipendio, dunque che non dovevano essere toccati”.

 


 

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