Un escursionista 43enne di Borgosatollo dopo aver trascorso con la moglie e il figlio una notte nel rifugio Garibaldi, a quota 2.550 metri, ai pedi della Parete Nord dell’Adamello, si è accorto che un ignoto ladro gli aveva rubato gli scarponi.
Al Rifugio Garibaldi, così come negli altri rifugi, gli scarponi utilizzati per il trekking vengono lasciati in apposita stanza, mentre nei locali interni si gira con ciabatte e altre calzature leggere, pulite, idonee per i pavimenti che spesso sono di legno. Quindi tutti gli scarponi dei frequentatori si trovano ben allineati e a portata di mano, incustoditi, ma a nessuno viene in mente di sottrarre gli scarponi di un altro escursionista. Oltre al danno economico per la perdita delle calzature, e all’incredulità per l’accaduto, il 43enne ha dovuto attrezzarsi per scendere a valle, a Temù. Quando sembrava ormai disposto a scendere in ciabatte, ha accettato il paio di scarpe da ginnastica che il gestore del rifugio gli ha offerto, scarpe dimenticate anni fa da un altro escursionista. Il rifugio Adamello purtroppo è già stato teatro in passato di un episodio analogo, addirittura più grave. Nell’ottobre del 2014 i ladri rubarono diverse attrezzature (comprese macchine fotografiche) ad alcuni alpinisti. Episodi del genere vengono comunque condannati da tutta la comunità di appassionati, gente per bene, professionisti, che frequentano la Montagna dove ci si aiuta sempre e dove nessuno sottrae nulla agli altri.