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Nasce la rete per la cura di malati cronici e fragili


Una rete in grado di intercettare e prendersi cura dei malati fragili e cronici su tutto il territorio dell’ASST Papa Giovanni XXIII, in città ma anche in Val Brembana e in Valle Imagna. E’ questo il senso dell’accordo quadro promosso dall’Azienda socio sanitaria territoriale del capoluogo bergamasco e sottoscritto da otto fra cliniche, case di cura e Fondazioni che gestiscono RSA: le Case di cura Beato PalazzoloSan FrancescoHabilita spa, la Clinica Castelli, la Fondazione Carisma  e il Centro Don Orione a Bergamo, l’Istituto Clinico Quarenghi a San Pellegrino e la Fondazione Giovanni Carlo Rota ad Almenno San Salvatore.

Alla presenza dell’Assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, l’intesa è stata sottoscritta oggi all’ospedale Papa Giovanni XXIII ed è un segnale forte del fatto che le strutture della città sono pronte a partire, in vista della scadenza del 31 luglio. A fine mese, infatti, si chiude il bando con cui ATS Bergamo raccoglierà le autocandidature a gestori, coloro cioè che potranno sottoscrivere il patto di cura con i pazienti cronici. Una volta valutati i requisiti e stilato l’elenco degli idonei, ciascun paziente fragile riceverà da ATS la lista dei gestori indicati per la propria patologia e potrà liberamente scegliere con quale sottoscrivere il patto di cura. 

“Siamo già pronti ai blocchi di partenza, in attesa del via da ATS, se vogliamo usare un’immagine sportiva – ha commentato Carlo Nicora, direttore generale dell’ASST Papa Giovanni XXIII –. La vera forza di questo accordo è l’aver unito strutture pubbliche e private per costruire una rete di servizi (ricoveri, prestazioni ambulatoriali, riabilitative, psichiatriche) disponibili per il paziente cronico, con l’obiettivo di garantire appropriatezza clinica, cioè la prestazione sanitaria e sociosanitaria giusta a chi ne ha bisogno, e continuità assistenziale, cioè un percorso integrato che non lasci solo il paziente. In questo scenario mi aspetto che i Medici di Medicina Generale siano parte integrante della rete”.

L’accordo è bilaterale, ossia prevede anche la possibilità del doppio ruolo di gestore/erogatore per ciascuna struttura. In pratica il paziente che sceglierà l’ospedale pubblico come gestore potrà, anche con criteri di vicinanza territoriale, eseguire visite ed esami in cliniche e centri convenzionati e, viceversa, il paziente ricoverato in una clinica o in una RSA che ha scelto come proprio gestore, potrà contare sulle prestazioni del Papa Giovanni. “Il nostro lavoro insieme – ha commentato Edoardo Manzoni, direttore generale della Casa di cura Beato Luigi Palazzolo – può finalmente realizzare la centralità della persona che auspichiamo da tanto tempo. Saranno i servizi a muoversi attorno alle persone fragili e alle loro famiglie, per farsi carico dei loro bisogni”. “Abbiamo da subito aderito all’ipotesi di costruzione della rete bergamasca di presa in carico del paziente cronico – ha dichiarato il direttore generale della Clinica San Francesco, Enzo Vigutto – sia perché siamo persuasi che quando si parla di salute è la collaborazione e non la concorrenza a migliorare la qualità dei servizi, sia perché riconosciamo corrispondente alla vocazione del nostro Istituto, l’attenzione alle persone più fragili contenuta nella riforma sanitaria di Regione Lombardia”.

“Abbiamo deciso di aderire con entusiasmo all’iniziativa del Papa Giovanni XXIII perché crediamo profondamente nella bontà di questa iniziativa che va a completamento della riforma della sanità lombarda – ha spiegato Roberto Rusconi, presidente del Gruppo Habilita -. Il nostro ruolo nella provincia di Bergamo si declina in sei strutture per attività riabilitativa e ambulatoriale. Risulta quindi evidente il nostro interesse per un’iniziativa fondamentalmente rivolta alla razionalizzazione del servizio sanitario per la presa in carico dei pazienti nell’ambito della cronicità”. “Quello che firmiamo oggi è un accordo importante, che si inserisce in un contesto di ampia collaborazione, già in essere su più fronti, tra l’ospedale Papa Giovanni XXIII e Clinica Castelli, a vantaggio dei pazienti del territorio – ha spiegato Paolo Merla, direttore generale della Clinica Castelli -. Attualmente, per esempio, nell’ambito della Cardiologia e della Medicina, esiste tra le due strutture una relazione consolidata ed efficace per garantire la presa in carico e la cura del paziente. In base alla specificità e all’offerta di salute che la Clinica Castelli sarà in grado di garantire sarà stabilito, entro i termini prescritti da Regione Lombardia e ATS, come dare sostanza all’accordo ‘quadro’ che oggi abbiamo firmato”.

“Questo accordo risulta essere in piena linea con gli obiettivi posti dal sistema regionale in materia di cura delle persone fragili – ha commentato Miro Radici, presidente Fondazione Santa Maria Ausiliatrice Onlus -. La Fondazione, sia nel ruolo di potenziale Gestore, sia in quello di Erogatore di servizi e prestazioni sociosanitarie, con il presente accordo quadro mette a disposizione la propria esperienza e competenza, nonché i propri servizi residenziali riabilitativi e di assistenza intermedia, diurni, ambulatoriali e domiciliari, per la costruzione di una rete qualificata per la presa in carico della persona anziana fragile. Il presente accordo rappresenta il consolidamento delle azioni di integrazione tra ASST e Fondazione le quali, già nell’agosto 2015, avevano sottoscritto un importante accordo per la continuità della cura e dell’assistenza delle persone fragili dell’area Bergamo”. 

“E’ con soddisfazione ed ottimismo che abbiamo aderito a questo interessante progetto, che per noi rappresenta, oltre che un nuovo passo avanti verso un modello  assistenziale integrato e meglio fruibile dal cittadino, la naturale prosecuzione di una fruttuosa collaborazione con ATS Bergamo e ASST Papa Giovanni XXIII, compreso l’Ospedale di San Giovanni Bianco, con i quali abbiamo già dato vita ad un programma, attivo ormai da alcuni mesi, finalizzato alla riduzione della mobilità passiva dei pazienti cronici della Valle Brembana – ha spiegato Michèle Quarenghi, Consigliere Delegato dell’Istituto Clinico Quarenghi –. L’Istituto, candidandosi anche come Gestore della presa in carico, sta quindi compiendo un ulteriore importante sforzo organizzativo per far fronte alla domanda di prestazioni dei pazienti cronici presenti sul territorio, mantenendo livelli di assistenza sanitaria di elevata qualità”.


 

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