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vigneti franciacorta

Tempo di vendemmia: come sarà il vino 2024 ?

La settimana di Ferragosto fa storicamente rima con vacanze, ma per il mondo del vino, non tutto, ma comunque una parte significativa, è tempo di raccolta, a causa anche dei fenomeni climatici che incidono in modo significativo nelle tempistiche. L’Italia del vino sta infatti entrando sempre più nel vivo di una vendemmia 2024 che, da molte parti, è iniziata in anticipo rispetto al passato. In questi giorni è partita dalla zona del Franciacorta la vendemmia 2024 con la raccolta dei grappoli in vigna che presto andrà in scena anche in tutte le altre zone vinicole delle nostre  province.

E da oggi, il primo distretto ad entrare in vendemmia in maniera organica e massiccia, è quello della Franciacorta, territorio che va annoverato tra i “big” d’Italia, ed eccellenza della spumantistica Metodo Classico. Ma che vendemmia sarà? Il Consorzio Franciacorta, l’organismo (rappresenta 123 cantine) che garantisce e controlla il rispetto della disciplina di produzione del Franciacorta, primo vino italiano prodotto esclusivamente con il metodo della rifermentazione in bottiglia ad avere ottenuto nel 1995 la Denominazione di Origine Controllata e Garantita, parla di aspettative, per l’annata 2024, che si delineano in un contesto climatico abbastanza buono

La raccolta nel Bresciano può contare su oltre settemila ettari di vigneti e una produzione di uva, tra bianca e rossa, che supera i 600 mila quintali. Volendo fare un confronto con il passato gli ettari vitati nel 1960 erano 8.124 con oltre 11mila aziende che avevano la vite. Ma l’elemento più importante che fa la differenza tra la vendemmia di oggi e quella di 60 anni fa è la percentuale di Doc e Docg che nel 1960 era pari a zero (nel 1970 raggiunse a male pena il 17%) mentre oggi è quasi la totalità

Già tempo di vendemmia in Valcalepio Meno quantità, ma più qualità

Per la Valcalepio e l’intera fascia collinare bergamasca che va dall’Adda all’Oglio torna l’annuale rito della vendemmia, a partire dal 17 agosto. Sono circa 3mila le persone coinvolte, in varie riprese, nelle 350 aziende bergamasche che producono uva da vino. Una festa ma anche un impegno Per la Valcalepio e l’intera fascia collinare bergamasca che va dall’Adda all’Oglio torna l’annuale rito della vendemmia. Sono circa 3mila le persone che saranno coinvolte, in varie riprese, nelle circa 350 aziende bergamasche che producono uva da vino. Una festa, come da tradizione, ma anche un impegno che comporta conoscenza, metodo, tempi e modi corretti.

Per quest’anno gli esperti stimano un leggero calo di quantità, ma l’attesa è per una buona qualità.

Tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre in Valtellina va in scena una delle tradizioni più antiche e amate: la vendemmia. Fra vigneti e campi distesi di filari è tutto un pullulare di persone in festa con i cestini in mano pronti a raccogliere fino all’ultimo grappolo. L’uva in questa valle è ancora oggi considerata un frutto della natura tanto atteso e prezioso ma anche terribilmente delicato. Troppa pioggia e i grappoli potrebbero ammuffire, troppa poca acqua e quegli stessi grappoli sarebbero troppo secchi.

Già nel mese di agosto si compiono le prime analisi per la valutazione delle uve: le analisi chimiche indagano la qualità degli acini provenienti da vigneti guida, che servono agli esperti a indicare come sarà l’annata, se precoce o tardiva, e quali le qualità dei vini prodotti.

La vendemmia in Valtellina necessita di un perfetto equilibrio, il clima adatto e le giuste tempistiche, un’ottima ricompensa per i vignaioli pazienti che per tutta la stagione estiva curano le loro vigne con amore paterno e alla fine dell’estate, quando le giornate si accorciano e le temperature si fanno più fresche, sono pronti a raccogliere il frutto delle loro fatiche.

La particolarità dei vigneti Valtellinesi è che si sviluppano su terrazzamenti, delle immense gradinate a scalare dalle alture sostenute da muri a secco, strategicamente costruiti con la pendenza più adatta allo sgrondo delle piogge.

 

Un capolavoro di ingegneria agricola di antica memoria, che ancora oggi consente uno sviluppo di vigneti in zone che altrimenti non potrebbero essere coltivate. Attraverso la realizzazione dei terrazzamenti gli abitanti di questa Valle hanno potuto rendere adatto alla coltura agricola un territorio altrimenti impervio e inutilizzabile

 

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