Nella seduta del Senato Accademico, l’Università degli studi di Bergamo ha approvato all’unanimità una mozione sulla tragica situazione relativa al conflitto in Medio Oriente nella quale “si unisce a tutti gli appelli al cessate il fuoco immediato per porre fine al conflitto, la liberazione degli ostaggi israeliani e dei detenuti palestinesi e dare la possibilità alla comunità internazionale e all’ONU di affrontare al meglio la crisi umanitaria a Gaza”. L’Ateneo orobico si impegna fattivamente nella raccolta di generi di prima necessità per i sopravvissuti di Gaza, attivare accordi bilaterali con le università palestinesi per poter offrire mezzi per proseguire il percorso di studio tramite l’erogazione di borse di studio e corsi di didattica in remoto.
La mozione dell’ateneo orobico è l’esito di diverse componenti che hanno portato a riflettere la comunità sin dallo scoppio del terribile conflitto in Medio Oriente lo scorso 7 ottobre. Si è lavorato in continuità e in piena adesione allo spirito che ha mosso la CRUI – Conferenza dei Rettori delle Università Italiane nella stesura del documento di “Buone prassi, principi e proposte per affrontare nelle università italiane le tematiche delle crisi internazionali e umanitarie”, per ribadire la sua posizione in conformità ai principi costituzionali e alle norme internazionali che riconoscono i diritti innati delle persone umane, che sanciscono il ripudio della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali e che promuovono la cooperazione fra i popoli; riconoscendo la pace come un diritto fondamentale.
“Oltre alla volontà espressa dalla CRUI – sottolinea il Rettore Sergio Cavalieri – l’Università di Bergamo è stata sempre convinta che ciò non può che avvenire mediante un’azione di diplomazia scientifica rappresentata da iniziative culturali e di ricerca, di educazione e di informazione. Proprio in quest’ottica, si sono ospitate conferenze e momenti di riflessione organizzate sia dai docenti che dalla rappresentanza studentesca affinché si verificassero occasioni di scambio e dialogo. La mozione è l’esito di un lavoro di sintesi che unisce, da un lato, contenuti riportati in una lettera firmata da un gruppo di docenti e personale tecnico-amministrativo presentata nel Senato Accademico dello scorso marzo; dall’altro, richieste avanzate dalla Consulta degli studenti e delle studentesse con la quale abbiamo svolto svariati incontri di dialogo e scambio proficui: l’approvazione del testo della mozione si configura come il risultato di un dialogo instauratosi in queste settimane tra l’Ateneo e i suoi studenti e studentesse”.
“L’Università degli studi di Bergamo – aggiunge il prof. Gabriele Cocco, Delegato del Rettore ai rapporti con studentesse e studenti – è in costante ascolto della comunità studentesca, con la quale si impegna a mantenere un dialogo aperto e costruttivo. La seduta del Senato accademico di oggi ha confermato la linea comunicativa continua e trasparente dell’Ateneo, improntata sulla libertà di espressione e sull’attenzione rivolta ai principi costituzionali e alle normative internazionali che promuovono i diritti umani e la pace come diritto fondamentale. La nostra Università continua la propria missione di comunità dove praticare e favorire la diplomazia scientifica. La mozione approvata rende testimonianza all’esito fecondo di quel dialogo sempre teso all’ascolto reciproco e attento per costruire dei ponti e mai per erigere dei muri.”
“Educare alla comprensione reciproca e alla diplomazia – afferma Gianluca Messina, Presidente della Consulta degli studenti – è fondamentale per costruire ponti di pace in Medio Oriente. Solo attraverso il dialogo è stato possibile raggiungere una visione unitaria della comunità studentesca, avendo lavorato insieme, anche con attivismo, raggiungendo momenti in cui ci si è confrontati per riflettere sull’urgenza di colmare il divario di potere di chi non ha una voce. La Consulta degli Studenti e delle Studentesse crede che soltanto unendo tutti questi fattori è possibile forgiare un futuro di armonia, prosperità e trasparenza nella regione per cui noi, oggi, come comunità studentesca di UniBg, abbiamo dato il nostro contributo in prima linea per difendere quel futuro”.