Superato l’esame in Aula degli emendamenti alla Manovra, già approvata in Senato, e le dichiarazioni di voto dei gruppi parlamentari, il testo è stato approvato ed è legge
L’aula della Camera ha approvato la legge di bilancio con 200 sì. I voti contrari sono stati 112 e 3 gli astenuti. Una svolta, una manovra coraggiosa senza assalti alla diligenza e senza sprechi. Nonostante il contesto economico difficile a livello globale, la manovra approvata dal governo Meloni raggiunge obiettivi importanti: il taglio del cuneo fiscale, la nuova Irpef, gli aiuti alle famiglie, 3 miliardi alla Sanità, aiuti per i mutui degli under 36, Ponte sullo Stretto e pensioni. Nel complesso vale circa 24 miliardi di euro dei quali oltre 15 miliardi finanziati in deficit e destinati al taglio del cuneo (quasi 11 mld); e alla riduzione delle aliquote Irpef (poco più di 4 mld). Le due misure insieme portano un vantaggio in busta paga per i contribuenti coinvolti di circa 120 euro al mese, e sono finanziate per il 2024.
E’ la seconda manovra del governo Meloni, che mette a terra circa 28 miliardi, compresi i 4 miliardi per la nuova Irpef, di cui oltre la metà, quasi 16 miliardi in extradeficit.
Poche le novità di peso, dalle pensioni di medici e statali alla rimodulazione dei fondi per il Ponte sullo Stretto, arrivate nel passaggio parlamentare, in un iter tortuoso e che ha portato comunque all’ok finale a ridosso di Capodanno nonostante l’ordine di scuderia, almeno per la maggioranza, di non presentare emendamenti. Con una coda di micromisure che, seppur più contenute del passato, hanno comunque trovato posto nel testo finale. Che contiene anche una