Il confronto a tutto campo sulla situazione dei vari comparti dell’agricoltura bergamasca, con uno sguardo in ottica nazionale ed europea, è stato al centro dell’incontro tra il presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini e il consiglio di Coldiretti Bergamo che si è tenuto presso l’agriturismo Casa Clelia a Sotto il Monte Giovanni XXIII.
Dopo i saluti del direttore di Coldiretti Lombardia, Giovanni Benedetti, che ha evidenziato il valore dell’ascolto delle istanze del territorio, il presidente di Coldiretti Bergamo, Gabriele Borella, ha introdotto i lavori.
“L’agricoltura bergamasca negli ultimi anni è cresciuta molto, ma ha anche dovuto affrontare numerose problematiche – ha detto Borella-. Il prezzo del latte e della carne continua ad essere una spada di Damocle per molte aziende, soprattutto per quelle che per innovarsi hanno fatto degli investimenti. Il settore orticolo si sta confrontando con prezzi di produzione che sono lievitati a dismisura a fronte di remunerazioni del prodotto stagnanti. Continua a sussistere il grave problema della fauna selvatica: non solo siamo assediati da cinghiali, nutrie, piccioni, sta diventando sempre più insidiosa anche la presenza di cervi, orsi e lupi”.
Dopo aver parlato dei cinghiali, Borella ha sottolineato i rischi legati alla Peste Suina Africana, un’epidemia che sta diventando sempre più pericolosa e che rischia di cancellare un settore fondamentale per i circuiti delle più prestigiose DOP italiane di salumi.
I temi anticipati dal presidente di Coldiretti Bergamo sono stati ripresi dai dirigenti che in un serrato dibattito hanno parlato anche di florovivaismo, cooperazione, cambiamenti climatici, utilizzo del digestato, imprenditoria femminile e giovanile, risorse idriche, ruolo dei GAL, mercati dei cereali e problemi delle aree interne.
Coordinando i vari interventi, il direttore di Coldiretti Bergamo, Carlo Loffreda, ha ricordato il grande lavoro che gli uffici di Coldiretti Bergamo stanno portando avanti per dare la possibilità alle aziende di cogliere le opportunità legate ai vari bandi e al PNRR.
Prandini non solo ha risposto ai numerosi quesiti entrando nello specifico delle varie tematiche, ma ha anche illustrato il grande lavoro che Coldiretti sta portando avanti ai vari livelli.
“Veniamo da un periodo particolarmente difficile – ha commentato Prandini -, abbiamo attraversato il periodo del Covid che ci ha messo di fronte a una situazione inimmaginabile, le cui ricadute sulla collettività sono state pesanti. A ciò si sono aggiunte le ripercussioni dello scontro bellico tra Russia e Ucraina. Queste situazioni hanno inciso sui nostri sistemi produttivi, a partire dall’innalzamento dei costi produttivi”.
Parlando dello scenario europeo, Prandini ha detto che Coldiretti e Filiere Italia recentemente hanno chiesto al Ministero di vigilare sul rischio che nel nostro Paese arrivino dall’Ucraina mais e soia a un prezzo che rischia di portare le nostre aziende ad un collasso economico.
“Il conflitto bellico – ha proseguito Prandini – ha messo in evidenza la centralità del cibo. Non dobbiamo dimenticare che molte sommosse hanno origine quando ci sono criticità sulla disponibilità del cibo. Dobbiamo quindi avere chiaro che, nonostante alcune difficoltà, il cibo continuerà ad avere una parte rilevante sui mercati mondiali e nelle politiche dei vari governi a difesa dei sistemi produttivi. Il nostro compito sarà quello di mantenere alta l’attenzione su questo aspetto”.