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Trenord: ritardi, soppressione corse e compensi da sceicco

Chi abita in valle Camonica o sul Sebino o si trova ad attraversarle, spesse volte si imbatte nel treno della società Trenord, partecipata dalla Regione Lombardia, che il più delle volte è desolatamente vuoto.

Voci raccolte nell’ambiente raccontano che linea Brescia-Iseo-Edolo è una delle migliori per fruizione dei viaggiatori e la sua percentuale nel rapporto gestione/debito totale risulta essere tra i migliori.

Figuriamoci le altre tratte!

Un cittadino qualunque si aspetta che una società che incide così pesantemente sul Bilancio sia costretta ad effettuare una cura dimagrante cominciando dal compenso del suo Amministratore delegato[i]. Ma pare che i due argomenti non debbano incrociarsi. Anzi. Lo scorso anno Marco Piuri, il fortunato Amministratore delegato di Trenord, si sia visto aumentare il già sostanzioso compenso del 20% . Uno schifo. Mentre gran parte della popolazione non riesce ad arrivare a fine mese con le bollette del gas, ell’energia e dell’aumento delle spesa per poter campare-

Come riportato da la Repubblica Milano, la retribuzione lorda annua per Piuri è salita dai 568.366,52 ricevuti nel 2021 ai 627.274, 75 del 2022. Di questi, 361.333,39 sono in parte fissa e altri 212.110,00 come bonus da Fnm (società di proprietà per quasi il 60 per cento di Regione) per gli obiettivi raggiunti al 95,87 per cento.

Ritardi costanti, tanto da far scattare il bonus 145, volte nel 2022 e quasi un’ottantina di soppressioni giornaliere in media. I dati rendono evidente che Trenord non renda un servizio adeguato ai pendolari, che però sono chiamati a pagare sempre di più.

E io pago diceva Totò ….. dimostrando ancora una volta, se ce ne fosse bisogno,  che quando si tratta di denaro pubblico al massimo ci si ferma alla discussione al bar. Ci auguriamo un segno moralizzatore da parte del governo di centro destra della Regione affinché le retribuzioni siano assegnate in base ai risultati positivi di chi amministra le società partecipate e si realizzi un vero contenimento degli aumenti delle retribuzioni che, già, appaiono decisamente fuori dalla logica.

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