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E’ morto a 103 anni Giacomo Feriti di Artogne

Si è spento all’età di 103 anni Giacomo Feriti di Artogne, il secondo più anziano del paese: prima di lui una signora di 104 anni.

Nato il 27 ottobre 1913, è sempre vissuto ad Artogne dove ha cresciuto la sua famiglia lavorando sempre, con tenacia e umiltà, con un segreto: la vita all’aria aperta in ogni stagione dell’anno. Una vita semplice, senza atti eclatanti, ma nell’eroismo della quotidianità e della costanza. Ha sempre ricordo quegli anni lontani del servizio militare svolto nell’arma aeronautica a Mirafiori a Torino, quindi dopo il congedo quando è stato richiamato nel periodo della seconda guerra mondiale a Sacile in provincia di Udine nel 71esimo Reggimento fanteria dove aveva il grado di caporale. Grado che ricorderà sempre ai suoi figli come un segno di distinzione, guadagnato sul campo. Era stato anche mobilitato per partire per l’Africa: ma quell’ordine non è mai arrivato e così Giacomo ha terminato la guerra in Italia venendo quindi congedato come un Reduce. Tornato a casa, continua la sua attività di agricoltore e allevatore, distinguendosi sempre per capacità e abilità nel condurre un’azienda agricola presa a modello anche dalla Camera di Commercio di Brescia che gli conferisce la Medaglia d’oro per l’attività svolta. Giacomo feriti è sempre stato iscritto, infatti, all’albo degli imprenditori agricoli di Brascia, portando alto il testimone di una generazione di agricoltori capaci, tenaci e coscienziosi, aiutando i figli ad acquisire queste qualità professionali e formando la famiglia all’amore per i campi, la terra, l’allevamento zootecnico. Il 24 maggio 1945, appena tornato a casa dalla guerra, sposa Lucia Lorenzetti con cui condividerà tutta la vita fino a 10 anni fa, quando Lucia ha concluso la sua esistenza. Hanno avuto 5 figli: Antonio, Giuseppe, Gianpietro, Luigia e Domenico, tutti vicini all’anziano patriarca fino all’ultimo. Lo ricordano con commosso affetto quando, ancora nelle ultime ore, nonostante una bronchite che gli toglieva il respiro e qualche problema di cuore, a letto cantava la sua canzone preferita: “Mara”. E prima di dormire cantava “Buona notte miei cari compagni”, mentre nel giorno del suo compleanno, non appena spenta la candelina sulla torta, aveva cantato con voce leggera e delicata “Fiume amaro” di Iva Zanicchi. Giacomo appartiene ad una generazione geneticamente longeva: due sue sorelle sono vissute fino all’età di 104 anni e ultracentenario era anche il fratello scomparso tempo fa. Giacomo ricordava ai famigliari le sue piccole eroiche gesta da militare aviatore quando aiutava i piloti dei Caproni al corretto atterraggio aggrappandosi ad un’ala, mentre all’altra vi era una altro coraggioso aviatore, dando le dritte al comandante. Martedì sera alle 19.00 la comunità di Artogne farà visita alla sua salma per la veglia funebre, mentre mercoledì alle 15.00 ci sarà il funerale nella chiesa parrocchiale. Sono stati annunciati tutti i vessilli e le bandiere delle associazioni combattentistiche e d’arma, per onorare la memoria di un piccolo, grande uomo che fu aviatore e soldato, ma soprattutto padre affettuoso e sereno e grande lavoratore.

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