La pandemia ha impedito a molte comunità di celebrare eventi tradizionali come la “Scasada del Zenerù” ad Ardesio, un rituale che ha radici antiche e che consiste nella personificazione del freddo inverno, della brutta stagione, che viene scacciato con un gran baccano di campanacci e raganelle. Tuttavia, dopo due anni di restrizioni, quest’anno la Pro Loco Ardesio ha deciso di riproporre la tradizionale “Scasada del Zenerù” il 31 gennaio, in cui migliaia di persone si uniranno agli abitanti di Ardesio per scacciare il freddo inverno.
Il rituale prevede un corteo chiassoso accompagnato dal carro del fantoccio del Zenerù, che ogni anno assume sembianze diverse e proverà a fuggire dall’inevitabile destino del rogo. Come tradizione, la poesia in dialetto bergamasco scritta dall’eremita ardesiano Flaminio Beretta accompagna il tema dell’evento. Zenerù ammette la difficoltà di riuscire a fuggire, ma promette di salire sul campanile del Santuario e di restarci fino ad Aprile, pronto a suonare le campane mentre la folla cercherà di confonderlo e condurlo al rogo suonando i campanacci.
La giornata inizierà alle 10 del mattino con la presentazione del gruppo ospite “I foghi de San Martin de Pàrdàc” dal Trentino Alto Adige nella sala consiliare del Municipio di Ardesio. I bambini della primaria reciteranno la poesia e accompagneranno il carro di Zenerù verso il Ponte Rino, dove resterà fino alla sera. In serata, il ritrovo è alle 20, in Ponte Rino, con campanacci e tutto il necessario per accompagnare Zenerù in un corteo tra le vie del centro storico. Al termine, ci sarà lo spettacolare falò del Zenerù, vin brulé e frittelle.