“Come assessore all’Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile ho cercato fin dall’inizio del mio mandato di coniugare politiche di tutela dell’ambiente alle necessità occupazionali, economiche e infrastrutturali di una terra industrialmente avanzata come la Lombardia”. Così l’assessore regionale Claudia Terzi ha aperto il suo intervento al convegno ‘Innovare il business attraverso l’economia circolare‘, presso la sede di Confindustria a Bergamo.
L’ECONOMIA CIRCOLARE – “La tutela dell’ambiente è assolutamente necessaria non solo per il nostro presente ma anche per il nostro futuro – ha proseguito l’assessore – e dall’altro canto, c’è la necessità di continuare a produrre, anzi di implementare la produzione. In quest’ottica e particolarmente in un territorio naturalmente vocato all’industria, come quello bergamasco, sviluppo e sostenibilità devono procedere congiuntamente. L’Unione europea ha stimato che l’economia circolare può generare risparmi netti alle imprese pari a 600 miliardi di euro, cioè l’8 per cento del fatturato annuo. Questo implica necessariamente un cambio di mentalità nel nostro modo di produrre; si deve passare da una visione di economia lineare: produco un prodotto, lo utilizzo e infine lo smaltisco, ad un’idea circolare, cioè un prodotto che non diventa mai rifiuto, ma rappresenta una risorsa, una materia prima per qualcun altro”.
LE NOSTRE ECCELLENZE – “Quello che sembrava impossibile fino a poco tempo fa, diventa possibile – ha aggiunto Terzi – e lo è ancora di più in una regione come la Lombardia che oltre ad essere molto produttiva è anche molto innovativa, grazie anche alla rete di Università, ben tredici, e mille centri di ricerca, tre, e anche perché ha iniziato ad orientarsi alla sostenibilità da tanti anni”.
LE AZIONI DI REGIONE LOMBARDIA – “Restando alle azioni del mio mandato – ha sottolineato Terzi – cito tutta la programmazione relativa alla gestione dei rifiuti in Regione Lombardia (Prgr), che non riguarda solo la vita del privato cittadino, ma anche e soprattutto la parte dei rifiuti industriali che potrebbero diventare risorsa per qualcun altro. Un piano particolarmente sfidante – ha proseguito – che, in linea con la programmazione europea, si pone come obiettivo da una parte, di portare la raccolta differenziata al 67 per cento, e dall’altra, di ridurre la produzione dei rifiuti arrivando fino al 9 per cento in meno al 2020, rispetto ai dati del 2010″.