Giovedì 5 gennaio in Prefettura a Brescia si è tenuto il tavolo di lavoro provinciale sul tema dell’antincendio boschivo, proprio mentre infuriava il terribile incendio che ha distrutto oltre 300 ettari di pascolo d’alta quota e bosco sopra Campolaro.
Questo sabato 7 gennaio si è tenuta analoga riunione a Breno presso la Sede della Comunità Montana di Vallecamonica, indetta dai carabinieri del Comando di Breno, che hanno coordinato i lavori, con i tecnici della Comunità Montana che rappresenta tutti i gruppi di volontari antincendio boschivo e le guardie ecologiche volontarie. Sono emersi due punti fondamentali condivisi dai partecipanti all’incontro: il primo riguarda la collaborazione tra tutti i soggetti deputati al controllo del territorio. Il secondo chiama a precise e responsabilità amministrative e normative: infatti la legge 353 del 2.000 indica chiaramente che su aree bruciate non possa essere praticata la pastorizia né la caccia e che non possa essere realizzata alcun tipo di costruzione. Alla luce dell’entrata in vigore del nuovo piano antincendio di regione Lombardia, strumento normativo sugli incendi boschivi, dal 1 gennaio 2017 infatti è stata riorganizzata la catena di comando nell’emergenza incendio boschivo: a capo delle operazioni c’è la Sala operativa regionale che, sentita la Comunità Montana di competenza, attiva uno o più tenici autorizzati nelle direzioni delle operazioni di spegnimento (DOS), che in Lombardia sono 91, tra cui i due camuni Dario Entrade e Fabian Troletti mentre ai Vigili del fuoco rimane il ruolo determinante di operare come interfaccia tra incendio e costruzioni di ogni genere. I Carabinieri, per quanto riguarda le emergenze incendi boschivi, hanno il ruolo di coordinamento per al sicurezza del territorio e di interfaccia con la Prefettura