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Intolleranza al glutine

Un’altra intolleranza alimentare molto diffusa è l’intolleranza al glutine definita anche celiachia. E’ una intolleranza la cui diffusione è in continuo aumento, è caratterizzata da una infiammazione intestinale cronica che si manifesta con sintomi quali diarrea, dolori addominali, dimagrimento e sintomi da malassorbimento.

Accanto alla forma classica che si manifesta nel periodo dello svezzamento, esistono forme più blande la cui diagnosi viene posta in età più avanzate spesso anche negli adulti e magari in modo casuale per la comparsa per esempio di una anemia non altrimenti spiegabile. La celiachia è una malattia immunomediata dell’intestino tenue, ciò significa che è provocata da anticorpi prodotti dal sistema immunitario, diretti contro la gliadina che è una proteina presente nel glutine che si trova soprattutto nel frumento ma anche in altri cereali come l’orzo e segale. Questo crea una infiammazione cronica della mucosa dell’intestino tenue con conseguente comparsa di sintomi intestinali quali diarrea, dolori addominali, e altri sintomi extraintestinali correlati ad un malassorbimento, come per esempio l’anemia che può essere dovuta ad un malassorbimento di ferro ,di vitamina B12 o acido folico. Altri sintomi extraintestinali sono la fragilità ossea dovuta a malassorbimento di calcio e vitamina D, e le afte che sono delle ulcerazioni dolorose che compaiono sulla mucosa orale. Nel complesso possiamo dire che la celiachia è una patologia multiorgano in quanto il malassorbimento a lungo andare interessa tutti gli organi e gli apparati. La diagnosi si fa principalmente con la ricerca di particolari autoanticorpi chiamati anti transglutaminasi . Esiste anche un test genetico chiamato DQ2-DQ8 che indica la predisposizione ad ammalarsi di celiachia la cui positività non coincide con la diagnosi di malattia ma la cui negatività esclude la diagnosi. E’ un test che può essere prescritto non dal medico di medicina generale ma solo dal genetista. La diagnosi di certezza si fa con una gastroscopia durante la quale si esegue una biopsia della mucosa duodenale che evidenzia una infiltrazione di linfociti nella mucosa fino a, nelle fasi più avanzate un’ atrofia dei villi, cioè un appiattimento delle microscopiche estroflessioni della mucosa del tenue che servono per aumentare la superficie di assorbimento. La biopsia consente anche di fare una descrizione del grado di malattia secondo una classificazione detta “classificazione Marsh” che comprende 4 gradi. Questo è importante dal punto di vista prognostico perchè più è alto il grado Marsh più è alta la possibilità di comparsa della più temibile e fortunatamente rara, delle complicanze della celiachia che è il linfoma intestinale, una forma tumorale maligna dell’intestino. Per quanto riguarda la terapia, attualmente non esistono terapie risolutive ma sono allo studio dei vaccini ma soprattutto degli inibitori della zonulina che è una proteina che aumenta la permeabilità della mucosa intestinale alla gliadina, aumentandone quindi la quantità che giunge in contatto con il sistema immunitario scatenando la produzione di quegli anticorpi che sono alla base della malattia.

Attualmente però il cardine del trattamento della malattia è la dieta priva di glutine. Cereali che non contengono il glutine sono: il riso, il mais, il grano saraceno, l’amaranto la manioca quelli che invece contengono il glutine sono : il frumento,il farro, l’orzo, la segale. Sono in commercio in negozi specializzati alimenti quali il, pane, pasta, biscotti ed altri alimenti che solitamente sono a base di frumento, privi di glutine. I pazienti affetti da celiachia hanno diritto gratuitamente alla fornitura di questi prodotti, previo dosaggio periodico degli anticorpi anti transglutaminasi che devono rimanere al di sotto del limite della normalità in modo da dimostrare che la dieta con prodotti aglutinati venga realmente seguita.

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