Un italiano su dieci ha almeno un tatuaggio sul corpo. L’età in cui si ricorre più frequentemente ai tatuaggi è quella compresa tra i 30 e 45 anni. Che siano fatti a scopo decorativo, estetico o puramente commemorativo, i tatuaggi possono essere dannosi per la pelle. Quando si decide di tatuarsi, bisogna scegliere con cura il centro a cui affidarsi. Secondo recenti statistiche, Il 76% dei tatuaggi viene eseguito in centri autorizzati, il 14% in centri non autorizzati e il 10% da estetiste. Bisogna poi essere certi che i prodotti utilizzati siano a norma di legge e testati. Fare attenzione affinché il tatuatore si lavi le mani e indossi i guanti nuovi per ciascun cliente. Meglio sarebbe se indossasse anche camice e mascherina. Si deve controllare anche che aghi e tubicini vengano estratti da un pacchetto sigillato prima che inizi a lavorare. Allo stesso modo, per evitare il rischio di trasmissione di malattie, gli aghi quindi devono essere eliminati dopo ogni tatuaggio e l’apparecchiatura sottoposta a sterilizzazione.
C’è una mancanza di regole a livello europeo ed una evidente difficoltà a mettere ordine in un mercato come quelli degli inchiostri per tatuaggi. Molti prodotti vengono dall’estero e non sappiamo cosa contengano e quanto siano sicuri. L’Italia in questo senso è all’avanguardia e ha stilato una serie di sostanze vietate molto più ampia e restrittiva rispetto ad altri paesi europei ed extra europei. Dopo un tatuaggio mal eseguito è possibile contrarre alcune infezioni batteriche: in particolare quelle da streptococchi o stafilococchi, che si manifestano pochi giorni dopo il tatuaggio con rossore, gonfiore, calore e dolore nell’area del tatuaggio. Esiste anche il rischio di infezioni sistemiche nei casi più gravi, quali epatite B, epatite C o HIV dovute all’uso di materiale non sterile e all’assenza delle più elementari norme di igiene da parte del tatuatore. L’igiene e la serietà del professionista a cui ci si rivolge per un tatuaggio non sono le sole cose da tenere presenti. E’ importante fare attenzione alle possibili reazioni allergiche, prevalentemente ai coloranti. In particolare il colore rosso può dare manifestazioni con arrossamento e prurito localizzato nell’area del tatuaggio colorato con il rosso. Più sicuro il verde, mentre altrettante reazioni allergiche potrebbero comparire con il colore giallo e arancione. Questo genere di reazioni allergiche sono in genere dovute all’uso di più sostanze organiche e inorganiche per realizzare la sfumatura della colorazione desiderata, che nel caso del colore rosso può contenere solfuro di mercurio.
Molto pericoloso può essere l’effetto copertura che i tatuaggi hanno sulla pelle, rendendo molto più problematica la diagnosi precoce di melanoma, impedendo di evidenziare la comparsa di una lesione melanomatosa ex novo o la evoluzione e quindi progressione di un nevo coperto dall’inchiostro verso un melanoma.
Il rischio è tanto maggiore quanto più scuro è l’inchiostro utilizzato. E’ anche ovvio che il rischio è minimo per un piccolo tatuaggio, ma diventa tanto più elevato quanto maggiore è l’estensione delle aree cutanee coperte. Il rischio dei tatuaggi per la salute viene anche indicato dal fatto che i donatori di sangue vengono esclusi per 4 mesi dalle attività di donazione, dopo essersi sottoposti ad un tatuaggio o a un piercing.
Infine non dovrebbero mai essere sottoposti a tatuaggi soggetti cardiopatici, soprattutto se affetti da patologie delle valvole cardiache per il rischio di insorgenza di una grave endocardite.
Per concludere, va sottolineato che se una persona, per qualsiasi motivo, si stanca di vedersi il tatuaggio, la procedura per eliminarlo non è affatto semplice perché richiede più sedute di trattamento laser che possono lasciare anche qualche segno e che sicuramente hanno un costo nettamente superiore a quello del tatuaggio.
UN NUOVO SPECIALISTA PER L’ONCOLOGIA: È IL DOTTOR FABIANO STANGONI DI PONTE IN VALTELLINA
Un giovane medico motivato, una rete scolastica formativa costruita dall’ASST Valtellina e Alto Lario, entrata in partnership con l’Università degli Studi di Milano, per un