Uno dei problemi per la nostra salute che possono intervenire in montagna è il morso di vipera. Si tratta di un evento piuttosto raro dato che la vipera è un animale schivo e pauroso, si difende col morso solo se si sente in pericolo e non può fuggire, oppure se viene inavvertitamente calpestata. Innanzitutto il morso a scopo difensivo può essere quello che viene definito “morso secco” in quanto privo di veleno. La prima regola in caso di morso di vipera è quella di non farsi prendere dal panico. La paura infatti può farci compiere degli errori deleteri per la nostra salute. Molto raramente il morso di vipera può causare gravi complicanze. E’ molto utile evitare di fuggire ed affrettare il passo per cercare di raggiungere i soccorsi perché il movimento aggiunto alla paura fa aumentare i battiti cardiaci, accelerando l’ingresso in circolo dell’eventuale veleno. Fondamentale quindi mettersi sdraiati e tranquillizzarsi il più possibile, chiamare i soccorsi poi, se possibile, bere molta acqua e applicare un laccio a monte del punto morso, senza però stringere troppo. Assolutamente evitare di praticare tagli per fare defluire il sangue o tentare di succhiare la zona del morso. Necessario anche evitare di assumere alcol o anti dolorifici che per il loro effetto vasodilatatore accelerano l’ingresso in circolo del veleno. Il siero antivipera è l’antidoto più efficace nei casi di morsi di vipera che causano gravi complicazioni, ma dal 2003, il Ministero della Salute, ha deciso di classificarlo come farmaco ospedaliero. Quindi non si trova più in commercio in farmacia. Questo perché la somministrazione del siero non sempre è la scelta terapeutica giusta nel caso di morso di vipera, anzi: possono verificarsi effetti collaterali anche importanti fino allo shock anafilattico. Un altro problema per la nostra salute che può manifestarsi in montagna è il morso di una zecca.
Le zecche vivono in regioni umide, ombreggiate, tipiche di boschi e montagne, con vegetazione bassa ed incolta.
La rimozione delle zecche deve avvenire il prima possibile. Il modo migliore per rimuoverle è quello di prendere l’insetto con delle pinzette curve il più vicino possibile alla cute e tirandolo fuori direttamente. La testa della zecca, che può non uscire insieme al corpo, deve essere tolta, perché può causare un’infiammazione cronica. La maggior parte dei metodi comunemente usati per rimuovere una zecca, come l’applicazione di alcol, olio, vaselina o fiammiferi caldi, è inefficace e può stimolare la zecca a espellere saliva infetta nella sede del morso. Si deve poi procedere alla disinfezione della sede del morso. La zecca può trasmettere un parassita, la Borrelia Brugdoferi, responsabile della malattia di Lyme, i cui sintomi sono: febbre, eritema cutaneo migrante con tipico aspetto a bersaglio con zona centrale più chiara, cefalea, dolori articolari. Può residuare un’artrite della durata di mesi o addirittura anni. Un’altra complicanza possibile è una meningite. Il mal di montagna è un altro problema fisico che interviene solitamente ad altitudini elevate, solitamente sopra i 3500 m. ma talora può intervenire intorno ai 2500 m.
A giocare un ruolo fondamentale nel mal di montagna non è solo l’altitudine, ma soprattutto la velocità di ascensione. L’organismo necessita infatti del giusto tempo per ambientarsi, l’ideale è effettuare un’ascensione lenta e graduale per prevenire il problema che solitamente si manifesta con cefalea, vertigini, senso di stordimento nausea e vomito. Nelle forme più gravi può comparire un edema cerebrale con perdita di coscienza o un edema polmonare con grave difficoltà respiratoria. In caso di lievi manifestazioni, l’unica cosa da fare è portare il malato ad altitudini più basse, in genere poche centinaia di metri possono essere sufficienti. Nel caso in cui questo non sia possibile o compaiano sintomi preoccupanti, prima di riportare il soggetto a minore altitudine è necessario allertare subito i soccorsi.
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