Che fine hanno fatto i bambini? Qualcuno li ha mai visti o sentiti nominare nell’ultimo anno? Soprattutto durante quel terribile marzo 2020, i bambini sono stati totalmente dimenticati. Perennemente considerati come dei «bagagli appresso», delle appendici affidate alle cure dei genitori, i bambini non vengono riconosciuti come dei cittadini con dei diritti. Se tutto viene delegato alle famiglie, lo Stato si sente sollevato dalla responsabilità di occuparsene. D’altronde, il bambino non dovrebbe essere al centro della vita familiare, quasi una sorta di ossessione?
Le famiglie si stringono e i bambini smettono di essere della comunità per diventare un affare privato, sul quale hanno diritto di parola solo i genitori. Così facendo, nessuno si fida più a farli tornare a piedi da scuola, perché nessuno butta più un occhio sui figli degli altri. «A mio figlio ci penso io. So cos’è meglio per lui» quante volte l’abbiamo sentito dire? Ma siamo sicuri che sia davvero così?
Annalisa Cuzzocrea, giornalista di La Repubblica, ha indagato nel proprio libro Che fine hanno fatto i bambini? Cronache di un paese senza futuro il motivo per il quale i più piccoli non siano stati visti dal Governo alle prese con l’emergenza Covid-19. E poi ne ha parlato nel primo appuntamento di OltreConfine, avvenuto sabato 10 luglio a Pisogne.
L’autrice si pone – e ci pone – una domanda: perché abbiamo impiegato così tanto a capire che le scuole non avrebbero dovuto chiudere? Se blocchiamo l’ascensore sociale, chi sta in basso come fa a salire? Quando i computer sono diventati delle aule, i bambini più fragili sono stati condannati. Non basta, infatti, consegnare un tablet per garantire la DAD, serve un adulto che affianchi l’alunno. Le mura domestiche, poi, non sono una garanzia di protezione per tutti: di tanto in tanto abbiamo pensato alle donne vittime di violenza domestica, ma non ai bambini. E ce ne sono. Al di là del contesto socioculturale, tutti sono stati condannati all’invisibilità, alla perdita della propria consistenza fisica per diventare dei quadratini evanescenti.
Dai bambini della sezione nido del carcere di Rebibbia che hanno visto il cielo solo attraverso le sbarre, scontando la pena delle madri, a quelli dei Quartieri Spagnoli di Napoli, l’autrice ha compiuto un viaggio nell’Italia che invecchia senza guardare il futuro.
Annalisa Cuzzocrea dialoga con psicologi, scrittori, economisti, sociologi e insegnanti per capire cosa non funzioni nel nostro Paese. Cosa ci porti a rinunciare alla scuola ma non alle vacanze.
Maria Ducoli