Adesso è ufficiale: Barbara Bonicelli, sindaca di Artogne, correrà per un secondo mandato. Una decisione, quella di ricandidarsi, maturata nel tempo e condivisa da tutto il suo gruppo. “Abbiamo un sacco di progetti in campo che sono stati finanziati da Regione Lombardia. Alcuni sono da completare, altri stanno per partire – spiega la sindaca in carica -. E siccome la maggior parte di questi riguardano la difesa del suolo e la sicurezza dei cittadini, e la fatica per ottenere i finanziamenti è stata tanta, il nostro obiettivo è quello di vederli realizzati”.
Dare continuità all’azione amministrativa per dare continuità al sostegno nei confronti della cittadinanza. “Artogne per molti anni ha vissuto ribaltoni e la discontinuità amministrativa ha gravato sul territorio – aggiunge -, conosciamo bene le criticità su cui lavorare e siamo un gruppo coeso che condivide gli stessi obiettivi”. Riconfermata in blocco, dunque, la squadra attualmente in carica. “La cosa più bella è quando arrivi a fine mandato e hai un gruppo che ti riconosce e in cui tu fai lo stesso. Vogliamo cercare di dare una ciclicità al nostro lavoro e non interromperlo anche per il bene del territorio”.
Ancora non è stata fissata la data delle prossime elezioni. “Aspettiamo di capire quando potranno essere, se in primavera o più avanti – commenta -. Il voto dei cittadini esprime nel bene e nel male quello che è stato e noi speriamo di aver fatto delle cose positive”. Ad essere positivi durante il mandato sono stati senza dubbio i rapporti con la minoranza. “Negli ultimi anni la minoranza ha sempre sostenuto le nostre iniziative, se trovi delle persone con cui puoi condividere delle proposte, non importa da che parte del tavolo sei. Ci è stato riconosciuto che si stava lavorando per il bene comune”.
La Lista Civica di Barbara Bonicelli continuerà ad essere appoggiata dal centrodestra: Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega. “Quando siamo partiti qualcuno pensava che non saremmo arrivati neanche al primo panettone – conclude -, e invece arriveremmo anche all’ultima colomba di Pasqua”.
Francesco Moretti