Eliminato il vincolo dell’antifascismo per l’utilizzo di spazi comunali. A Braone scoppia la polemica

La recente decisione del Comune di Braone di eliminare il vincolo dell’antifascismo per l’utilizzazione di spazi e locali comunali ha creato tensioni con la minoranza. La clausola era stata introdotta nel 2019 dalla precedente amministrazione, guidata da Gabriele Prandini.

«La nuova Giunta ha confermato la propria simpatia verso le campagne discriminatorie e incostituzionali di alcune componenti di estrema destra» ha affermato Prandini, facente parte della minoranza. Anche la sezione Vallecamonica di Italia in Comune si è mostra preoccupata per l’accaduto, non ritenendolo un mero passaggio burocratico, quanto un inequivocabile indirizzo politico che il partito non può condividere.

«I valori delle nostra Costituzione, compresi quelli antifascisti, di cui è intrisa la carta dei valori del Nostro Partito ci obbligano a prendere posizione» sostiene la parte politica.

Anche altre associazioni, quali le Fiamme Verdi, ANPI (Associazione Naz. Partigiani d’Italia) e ANEI (Associazione Naz. Ex Internati) hanno emesso un comunicato in cui esprimono il proprio dissenso:

«Le nostre associazioni ritengono che non si possa indulgere nei confronti di chi, dopo tanto tempo, non sa ancora riconoscersi nei valori costituzionali.»

Maria Ducoli

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