Una serata di altissimo livello, salutata con favore da un foltissimo pubblico, attento e competente. Non ha tradito le attese sabato 21 settembre, nella parrocchiale di Semonte in Val Seriana, il concerto dell’organista torinese Gianluca Cagnani, virtuoso dell’improvvisazione, capace di esaltare le caratteristiche dell’organo Corna 2017, completato due anni orsono con un sapiente ripristino strutturale.
“Il concerto – spiega Fabio Facchinetti a nome degli organizzatori – ha visto realizzarsi la più rosea delle aspettative di chi con pochi mezzi, ma con grande passione, si adopera per portare nella propria comunità iniziative di prestigio. Sin dall’inizio l’Associazione di Semonte ha puntato decisamente in alto proponendo sempre degli interpreti di alto profilo, considerando la prossimità del Festival Organistico Internazionale “Città di Bergamo” che per la seconda volta ci ha concesso patrocinio”.
La performance del maestro Cagnani è risultata di altissimo livello, con un programma poderoso nei contenuti e nell’alto livello di difficoltà.
“Abbiamo potuto ascoltarlo – aggiunge Facchinetti – nelle vesti che l’hanno reso famoso ben oltre i confini nazionali e cioè in quello di grande interprete dell’arte bachiana e di quella dell’improvvisazione.
Nella prima parte Cagnani ha presentato due monumenti musicali del repertorio di Bach: la Fantasia e fuga in sol minore BWV 542 e la Passacaglia in do minore BWV 582, inframezzate da una improvvisazione con tre Variazioni gotiche sopra un minuetto di Bach. Il piglio, il fraseggio, la scelta dei tempi e la padronanza di queste pagine che esegue a memoria oltre al sapiente utilizzo dell’organo Corna che ha ben tenuto le sollecitazioni del nostro interprete hanno visto il compiersi di un evento musicale che resterà nella memoria dei presenti.
Raramente si percepisce da parte del musicista la capacità di non subire la partitura nelle sue difficoltà tecniche e interpretative, in Cagnani tutto questo sembra tramutarsi in un gioioso e naturale distendersi di un linguaggio complesso ma che con la sua capacità di dominare e possedere l’architettura musicale anche nei suoi significati più reconditi ne rende un esito trascinante, entusiasmante e assolutamente coinvolgente. Abilità emerse anche nel successivo brano di Mendelssohn, con una III sonata in La maggiore maestosa nelle parti più corali maestosa, ma anche meticolosa in quelle più contrappuntate, finemente cesellate con fraseggi ricchi di fresche prospettive e mai scontati”.
La performance si è conclusa con un omaggio ad Anton Bruckner di cui il maestro da oltre quindici mesi sta approfondendo un studio soprattutto sulle sinfonie, in particolare modo la settima l’ottava e la nona.
In prima assoluta ha proposto nell’occasione una sinfonia improvvisata in quattro tempi: Allegro – Scherzo – Adagio e Finale.
L’esecuzione è stata preparata dall’esecutore viva voce direttamente dalla sua postazione.
Una “prova di forza” che ha visto il maestro concludere esausto il cimento (non ha concesso bis). ” Un risultato a dir poco sontuoso – conclude Facchinetti – travolgente ed emozionante. Ogni tempo è stato scavato, sviluppato e condotto con grande maestria fino al porto della sua naturale conclusione cercando di far rivivere nelle improvvisazioni quei temi che in un certo senso sono stati reinventati sotto altra veste dal maestro ma sempre nel rispetto delle peculiarità Bruckneriane.
Mi piace pensare che la lunga ovazione finale che il pubblico gli ha riservato sia stato un gesto di affetto e di riconoscenza che si riserva solo agli eroi che donano tutto se stessi per amore in questo caso, della musica”.