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Alpinista 37enne muore in Concarena sopra Ono S. Pietro

 

Poco dopo le 7.00 di questo lunedì 19 agosto 2019, il Cnsas, stazione di Breno, ha ricevuto un allarme per un infortunio alpinistico sulla Concarena, tra i comuni di Cerveno e Ono S. Pietro. Tre alpinisti stavano salendo per andare all’attacco della via Cassin. Uno di loro è scivolato sul terreno bagnato ed è precipitato per un centinaio di metri: nella caduta ha battuto la testa ed è praticamente morto sul colpo.

Si tratta di Renzo Vigano, nato l’otto maggio 1982 a Como, quindi di 37 anni, che con altri due amici di Cantù, tutti alpinisti esperti, uno di 28 e l’altro di 53 anni, erano all’attacco del sentiero che sale alla via Cassin sul versante camuno della Concarena. Al momento della caduta non indossava il casco: rotolando per oltre un centinaio di metri ha battuto il capo più volte contro le pietre, rimanendo infine immobile. Immediato l’allarme al 112 da parte degli altri due compagni di cordata: sul posto è intervenuto l’elicottero di Brescia, con a bordo il tecnico del soccorso alpino specializzato in elisoccorso in quota, mentre erano pronte a partire altre squadre della V Delegazione Bresciana. Il recupero è avvenuto dopo lo sbarco con il verricello del tecnico di elisoccorso Cnsas e dell’équipe medica, che ha accertato la morte dell’alpinista. A Opno S. Pietro sopo intervenuti anche i carabinieri della stazione di Capo di Ponte, competenti per territorio. I tre amici erano arrivati al rifugio Baita Iseo, sul versante est della Concarena a metri 1335, nella serata di questa domenica; avevano cenato e pernottato per alzarsi presto, alle 5.00, fare colazione e partire per l’attacco alla Cassin. Avevano anche chiesto dei panini da portare nello zaino in previsione della lunga escursione. Avevano anche detto alla rifugista che, terminata la salita, sarebbero scesi verso il Rifugio Campione, da qui avrebbero raggiunto le Baite del Mela e sarebbero tornati al Rifugio Baita Iseo per la sera, dove si erano trovati particolarmente bene. Lo avevano anche scritto su libro del Rifugio, lasciando le loro firme. Erano attrezzati bene e parevano sicuri dell’itinerario: la rifugista li aveva anche messi in contatto con un esperto della Concarena che, per telefono, aveva dato loro alcune informazioni utili. Questa mattina, poco dopo le 8.00, quando si è vista davanti i due compagni sconvolti, ha capito subito cosa poteva essere accaduto. La salma è stata quindi recuperata e ricomposta nell’obitorio dell’Ospedale di Esine a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

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