Parte da un semplice controllo della Polizia Locale eseguito nel settembre 2017 l’operazione “Oro Verde” condotta dalla Guardia di Finanza di Trento, che ha portato alla luce un giro di sfruttamento del lavoro con più di 200 lavoratori coinvolti, tutti extracomunitari: lavoratori in nero, sfruttati, reclutati fuori dai centri di accoglienza, stipati nei furgoni, e portati a lavorare tra gli ulivi del Garda.
L’organizzazione utiklizza anche un consulente del lavoro, un 67enne bresciano, indagato insieme al titolare dell’azienda che forniva la manodopera, un 29enne indiano residente a Brescia, ed all’imprenditore agricolo trentino, 36enne di Tenno, accusato di sfruttamento. A casa del consulente del lavoro è stata sequestrata la documentazione che, una volta analizzata, ha permesso di ricostruire il quadro. L’azienda è regolarmente registrata come agenzia di volantinaggio e servizi alle imprese, con sede a Brescia. Dietro una “patina di apparente legalità”, come l’ha definita il colonnello Roberto Ribaudo, comandante delle fiamme gialle trentine, venivano sottoscritti appalti con aziende agricole in tutto il Nord Italia. Fatture che potevano arrivare a 7000/8000 euro per una sola giornata di raccolta o, come nel caso di Tenno, di potatura. In realtà i lavoratori erano pagati 5 euro all’ora, oppure 20 a giornata, a seconda dei casi. L’organizzazione era arrivata nei campi di diverse regioni: 60 lavoratori a Brescia, 47 a Piacenza, 30 a Torino, 27 a Cremona, e così via fino ad arrivare ad un totale di 212 lavoratori coinvolti. Sono state accertate omissioni contributive per 600.000 euro e sanzioni civili per altri 200.000.