La seconda grande guerra è finita. I paesi, le città, un’intera nazione, dopo anni di patimenti, fame e violenza cerca di rialzare la testa. Di ricominciare. Ricostruire la propria esistenza, con pazienza e determinazione, perché, come dice mamma Angela, chi semina, prima o poi, raccoglie. In questo contesto fatto di privazioni e sacrificio, un bambino cresce con un grande sogno: salire in sella ad una bicicletta e diventare un campione. Come Bartali. Anzi no, come Coppi. Perché tutti a Sedrina, piccolo paese della valle Brembana, amano Bartali, il campione dal cuore d’oro. Felice, invece, era per Coppi. Ma non lo può dire, sembrerebbe una bestemmia, verrebbe zittito subito, rischierebbe un castigo. E allora sta zitto. Sta zitto e pedala, sulla sua Ardita rossa, la sua prima bici. Ed è proprio su questa bicicletta che Felice si alza per improvvisare fughe con i suoi compagni di scorribande, affrontando impervie salite, emulando i grandi campioni di cui legge su La Gazzetta dello Sport, al bar del paese. E intanto sogna. Sogna di diventare un corridore ciclista, da grande. Sogna i tornanti che portano al passo del Pordoi, sogna se stesso in bicicletta, nel gruppo di testa, con una maglia biancoceleste. Così i giorni passano e Felice cresce, senza mai smettere di credere e lottare per il suo grande sogno. Fino a che, un giorno, arriva la tanto attesa prima corsa. Felice corre, ma cade. Si rialza e ricade. Ma non molla e arriva alla fine. Quel ragazzo arriva al traguardo quando lo striscione dell’arrivo è già stato smantellato. Arriva sfinito e ammaccato, dopo essere caduto due volte. E quando papà Mosè gli chiede come sei andato, lui risponde, abbassando gli occhi, sono arrivato.
Quel ragazzo, come tutto il nostro paese in quegli anni, si è rialzato ed è diventato un grande campione. Perché il suo nome è Felice Gimondi. Lo spettacolo andrà in onda venerdì 29 giugno alle ore 21:30 presso il Quadriportico al Sentierone a Bergamo.
CASE DELLA COMUNITA’: LEGAMBIENTE BASSO SEBINO, INVESTIMENTI
Tra i tanti aspetti negativi del PNRR, 200 miliardi di spesa a debito senza analisi costi-benefici, come il progetto dei treni ad Idrogeno della Brescia