Giambattista Zambetti, «Ragno», dietro le sbarre per reati dall’estorsione all’usura, dal 7 gennaio uscirà ogni mattina dal carcere di via Gleno dove rientrerà la sera, per tornare a Solto Collina, paese dov’è residente e da dove, nel 2013, in una rocambolesca alba fuggì dalla villetta di Esmate dai carabinieri che lo braccavano, per poi consegnarsi poco dopo spontaneamente.
Il sindaco di Solto Collina, Maurizio Esti, ha infatti accolto la richiesta di Zambetti, concordata con le autorità giudiziarie e carcerarie, di svolgere nel suo Comune di residenza lavori socialmente utili, dove si occuperà di lavori stradali e pulizie sul vasto territorio di Solto. Zambetti, sessantenne, originario di Spinone al lago, era stato condannato l’ultima volta nel 2015 a 12 anni e quattro mesi in primo grado, poi ridotti a 11 e 11 mesi in appello. Tolto il periodo in cui era stato in cella in via cautelare dopo l’arresto nel 2013, con gli «sconti» per buona condotta e calcoli vari, il «Ragno» ha ottenuto i benefici dell’articolo 21 che consente di uscire dal carcere per lavorare. Cosa che sta già facendo: da mesi fa il manovale per il Comune di San Paolo d’Argon. E a gennaio il tribunale di sorveglianza ha fissato la data dell’udienza che deciderà o meno se concedere la semi libertà.