Una ragazza pakistana di 18 anni, cresciuta a Brescia, residente in un paese della provincia e frequentante una scuola superiore, prima di diventare maggiorenne sarebbe stata minacciata dal padre, perché viveva troppo all’occidentale.
Il padre sarebbe arrivato a chiuderla in casa e stabilendo le modalità con cui la figlia sarebbe potuta uscire. Fino alla situazione più drammatica nel momento in cui le è stato imposto un matrimonio combinato. Ma ad un certo punto la ragazza, diventata da poco maggiorenne, prima si è confidata con le amiche e poi ha raccontato tutto alla Polizia. Così si è mossa la Divisione Anticrimine della Questura di Brescia che ha allontanato la ragazza dalla famiglia e portata in una struttura protetta da lunedì 9 luglio. Nel frattempo le stesse forze dell’ordine hanno avvisato della situazione la Procura di Brescia che ha aperto un’inchiesta nei confronti del padre: con la fine dell’anno scolastico il padre e il resto della famiglia intendevano portare la ragazza in Pakistan per il matrimonio combinato, secondo l’ancestrale e oscuro rituale islamico pakistano. Viste le vicende di Hina Saleem di Sarezzo, uccisa dal padre di 8 anni fa per le stesse ragioni e quella di Sana Cheema uccisa in Pakistan dal padre perché rifiutava il matrimonio combinato, la Polizia ha agito tempestivamente prima che accadesse l’irreparabile, mettendo al sicuro la ragazza.