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Quattro sere d’estate nel segno del Romanico

Quattro sere d’estate nel segno del Romanico lombardo. Sta per partire ufficialmente un nuovo ciclo di conferenze estive (a ingresso libero) organizzate da Fondazione Lemine. Quattro appuntamenti, tutti alle ore 20.45, presso la sede dell’Antenna Europea del Romanico, nella corte di San Tomè ad Almenno San Bartolomeo. L’iniziativa è tra quelle organizzate all’interno del programma del festival «Antico Lemine 2018», promosso dalla fondazione omonima e dai comuni di Almenno San Bartolomeo e San Salvatore. «La nuova edizione prendendo le mosse da un recente studio condotto su uno dei monumenti più significativi afferenti al Romanico lombardo spinge il proprio sguardo in direzione del periodo tardo antico, del Medioevo pre-romanico e del Rinascimento, presentando i risultati di nuove indagini dal carattere altamente innovativo condotte da giovani ricercatori», fa sapere il responsabile fund raising e relazioni esterne di Fondazione Lemine Nicola Cremonesi

Mercoledì 13 giugno il funzionario responsabile della Soprintendenza di archeologia, belle arti e paesaggio di Bergamo e Brescia Stefania De Francesco, e Marco Sannazaro, professore ordinario di Archeologia cristiana e medievale, direttore della Scuola di specializzazione in beni archeologici dell’Università Cattolica di Milano, illustreranno il progetto di recupero della cripta altomedievale della chiesa di San Pietro al Monte a Civate (Lecco). «L’intervento di scavo ha consentito l’individuazione di un ossario – spiegano –: le analisi antropologiche e archeometriche dei resti umani, estese a una sepoltura rinvenuta nel 1993, hanno riconosciuto sei individui sepolti tra VII e XI secolo. Contestualmente è stato avviato lo studio di reperti rinvenuti nelle indagini del 1983-85 e 1993 e di materiali raccolti da don Vincenzo Gatti e restituiti alla Soprintendenza dopo la sua morte».

Mercoledì 20 giugno Manuela Beretta, dottore di ricerca in Storia dell’Arte, illustrerà i diversi interventi su una delle opere cittadine più suggestive, per valenza storica, collocazione, iconografia e tecnica.
«Si cercherà di sondare il dialogo esistente tra un’opera di così grande rilevanza simbolica per la chiesa ambrosiana e le riletture che ne fece la storia nei secoli seguenti: nonostante i numerosi interventi di restauro, il legame con le origini non venne mai meno e, ancora oggi, veicola un messaggio e una potenza visiva tutta medievale, connessa all’ininterrotta presenza delle spoglie di Ambrogio», aggiungono. Gli esordi di fra Damiano Zambelli: «li banchi de tarsia» per i domenicani di Santo Stefano (mercoledì 27 giugno) a cura di Lorenzo Mascheretti, dottore magistrale in Storia dell’Arte, e tracce di migrazioni antiche. Dall’Oriente al territorio «pre-lombardo» nella tarda antichità (mercoledì 4 luglio), a cura di Elena Gritti, assegnista di ricerca progetto Supported Talented Researcher 2017-2019 dell’Università degli studi di Bergamo, saranno gli ultimi due appuntamenti che chiuderanno il ciclo di conferenze targate Fondazione Lemine.


 

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