In Curia minimizzano, ma in Vaticano sono preoccupati: lo strato di cera che avvolge le mani di Papa Giovanni XXIII, tornato nella sua Bergamo da santo, in una teca sotto gas, si sono deformate. «La lastra di cera che le copre è più sottile e lavorata – spiega monsignor Giulio della Vite, segretario generale della Diocesi -, stando al sole, col riverbero del plexiglass, si è surriscaldata. Avevamo messo ghiaccio secco sotto l’urna, ma non avevamo calcolato tutta la gente che si è assiepata lungo il tragitto, e che ci ha costretto ad andare a passo d’uomo da Seriate a Bergamo».
Anche il vescovo di Bergamo Francesco Beschi, durante la veglia in Cattedrale, scrive il Corriere, aveva accennato a «problemi alle mani».
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