Igor Trocchia, il mister degli esordienti del Pontisola e il capitano della sua squadra, un 12enne intelligente e già maturo, hanno detto «no racism», no al razzismo. E hanno lasciato alla terza partita un torneo nel quale puntavano ad arrivare a giocarsi la finale.
I motivo è semplice da raccontare, difficile da digerire, ma ricco di uno spirito sportivo grande come il mondo. Durante la partita, sul campo del Rozzano, il 12enne capitano del Pontisola si è rifiutato di stringere la mano ad un avversario che gli stava chiedendo scusa perché gli aveva detto “negro di m…”». I ragazzi di Trocchia si sono seduti in cerchio in mezzo al campo, tra una partita e l’altra, mentre il mister ha appurato con il ragazzo del Rozzano l’accaduto. Trocchia ha trovato sponda e appoggio non solo nel suo responsabile, Luciano Pisoni, ma anche nei genitori dei suoi ragazzi. Il Pontisola, su decisione del mister e dei suoi boys, ha lasciato il torneo. I rozzanesi hanno protestato perché il torneo era rovinato, ma la decisione era presa. I ragazzi si sono cambiati, perché a loro non interessava più giocare manifestando grande solidarietà nei confronti del ragazzino nero di pelle che ha solo 13 anni. Il responsabile del Rozzano Flavio Fiori e il responsabile del Pontisola, Lunciano Pisoni si sono sentiti al telefono per le scuse delle società dopo il grande gesto dei piccoli e di mister Trocchia, un ex attaccante che, appese le scarpette al chiodo, ha deciso di fare l’allenatore. E di farlo bene.