Analizziamo innanzitutto la differenza tra controindicazioni ed effetti collaterali dei farmaci. Per controindicazione si intende la presenza di una patologia o di una condizione che aumenta la probabilità che il farmaco provochi effetti negativi, per fare un esempio: se una controindicazione è il diabete, non significa che il farmaco possa provocare il diabete, ma che è consigliabile non somministrarlo (controindicazione relativa) o non può essere somministrato (controindicazione assoluta) in un paziente diabetico.
Per effetto collaterale invece si intende qualsiasi effetto non desiderato, non necessariamente nocivo, ed abbastanza prevedibile, provocato dalla somministrazione di un farmaco. Una delle controindicazioni più diffusa alla somministrazione di un farmaco è la gravidanza. Il periodo più critico per la somministrazione dei farmaci è il primo trimestre, perché in questa fase della gravidanza molti farmaci possono avere un effetto teratogeno, cioè provocare delle malformazioni fetali. Passiamo in rassegna le principali categorie di farmaci che si possono assumere o non si devono assumere in gravidanza. Tra i lassativi, di cui in gravidanza si fa largo uso ,visto che la stitichezza è molto comune, meglio evitare tisane a base di erbe ed usare invece sciroppi a base di lattulosio. Anche le piante e le erbe possono infatti essere dannose in gravidanza, il prezzemolo,per esempio, se assunto in grandi quantità ha effetti negativi perché stimola le contrazioni uterine, tanto che in passato il decotto di prezzemolo veniva utilizzato a scopo abortivo. Tra gli analgesici e antiinfiammatori il più sicuro è il paracetamolo (tachipirina). Sono controindicate le statine, farmaci che si usano per abbassare il colesterolo. Nel caso in cui sia necessaria una terapia antibiotica, si possono somministrare le penicilline, i macrolidi e le cefalosporine, controindicati invece i chinolonici (ciproxin levoxacin) Sono quasi tutti controindicati i farmaci per la terapia dell’ipertensione,quindi nel caso di un’ipertensione che sia già presente prima della gravidanza o che sia insorta durante la gravidanza,il farmaco più sicuro da utilizzare è la nifedipina (Adalat). Vanno evitati ansiolitici e antidepressivi. Comunque più ancora che in ogni altra occasione, in gravidanza va assolutamente evitato il fai da te, chiedendo invece consiglio al proprio medico, oppure consultando uno dei TIS italiani (Teratogen Information Sistem), il più vicino a noi è quello del centro antiveleni degli ospedali riuniti di Bergamo (tel:800883300) attivo 24 ore su 24.
Per quanto riguarda gli effetti collaterali, va sottolineato che non esistono farmaci che ne siano privi. Gli effetti collaterali si classificano in base alla frequenza e si distinguono in : molto comuni (1 o più casi su 10) Comuni (tra un caso su 10 e 1 su 100) non comuni (da 1 caso su 100 a 1 su 1000), rari ( da un caso su 1000 a 1 su 10.000) molto rari (meno di un caso su 10.000). Uno dei farmaci più usati come l’aspirina,che è anche un farmaco da banco in quanto può essere acquistata in farmacia e nelle parafarmacie senza ricetta medica, può provocare abbastanza spesso effetti collaterali anche gravi, è infatti gastrolesiva e può provocare emorragie gastriche, inoltre può provocare anche altri tipi di emorragie in quanto ha un effetto antiaggregante delle piastrine. Se somministrata come anti febbrile in bambini affetti da malattie virali, può provocare la sindrome di Reye, una patologia molto grave che colpisce il fegato ed il cervello. I gastroprotettori sono una classe di farmaci molto prescritti dai medici, che se utilizzati cronicamente possono provocare deleteri effetti collaterali. Sono detti anche prazoli, ne esistono 5 tipi (omeprazolo, lansoprazolo, pantoprazolo, rabeprazolo, esomeprazolo ) e sono tra i farmaci più utilizzati in Italia e nel mondo, innanzitutto perché sono molto efficaci e sono in grado di guarire rapidamente un’ulcera gastrica o duodenale e di curare efficacemente il reflusso gastroesofageo, inoltre si trovano in farmacia in preparati da banco. Tra gli effetti collaterali di questi farmaci, se utilizzati cronicamente, forse il più temibile, soprattutto nelle donne, è la perdita di calcio nelle ossa con un conseguente aumento di fratture del collo femorale. Possono provocare anche un calo di magnesio nel sangue con conseguente comparsa di intensa debolezza e crampi muscolari. Inoltre, dato che questi farmaci sono in grado di inibire quasi completamente la produzione gastrica di acido cloridrico, che ha un effetto disinfettante sugli alimenti, sembra che il loro utilizzo prolungato provochi una maggiore incidenza di infezioni intestinali.