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9 persone coinvolte nell’aggressione di un mantovano

 

Una 56enne mantovana, per motivi economici legati all’eredità, voleva intimidire la famiglia del nipote tanto da rivolgersi in un primo momento alla cosca della ‘ndrangheta Bellocco di Rosarno, di Reggio Calabria, chiedendo ad un 56enne di organizzare la missione punitiva; questi, a sua volta, aveva ingaggiato il nipote che è stato però arrestato per altri motivi proprio la sera del 24 gennaio 2018, quando era stata pianificata l’aggressione.

Il 56enne è quindi partito dalla Calabria con il figlio, per portare a termine di persona la missione, ma la polizia giudiziaria, grazie alle intercettazioni e alle indagini della DDA di Reggio Calabria con il Ros dei Carabinieri in collaborazione con i militari dei Comandi Provinciali Carabinieri della Lombardia, del Veneto e della Calabria, è intervenuta sventando il pestaggio. Non soddisfatta la 56enne mantovana è tornata alla carica, affidando l’incarico di pestare il nipote ad altri soggetti pericolosi del padovano e assoldando quindi per 3 mila euro un 49enne ed un 42enne che hanno svolto un sopralluogo a Bagnolo San Vito per osservare le vittime e che hanno programmato il pestaggio il 14 marzo, ma anche in questo caso le indagini svolte hanno sventato l’aggressione. La donna non ha desistito e senza farsi intercettare questa volta ha di nuovo organizzato il pestaggio che è stato portato a termine il 19 giugno quando fuori da una tabaccheria del mantovano il nipote è stato aggredito da alcuni uomini che gli hanno fratturato la mandibola e lo hanno mandato in ospedale dove è stato sottoposto ad un intervento maxillofacciale con due mesi di prognosi. Immediate le indagini dei carabinieri per risalire alla mandante, ai committenti insieme ad un 58enne veneto, che deteneva illegalmente anche una pistola, oltre ad aver identificato gli esecutori materiali del pestaggio: due moldavi. 9 in tutto le persone sottoposte al fermo emesso dalla Procura Distrettuale. La donna al centro delle indagini è risultata avere contatti anche con operazioni economiche e finanziarie sospette e quindi le indagini sono proseguite anche con numerose perquisizioni domiciliari e locali in varie province del territorio nazionale a cui ha partecipato anche la Guardia di Finanza di Brescia che sta verificando altre altre ipotesi di reato a carico degli indagati.

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